Pnrr e fondi Ue, Fitto a Sorrento: «Inseguire mini progetti ci fa andare fuori strada»

Cinque ministri alla prima giornata del forum Ambrosetti di Sorrento

Il ministro Raffaele Fitto
Il ministro Raffaele Fitto
di Nando Santonastaso
Sabato 20 Maggio 2023, 09:00 - Ultimo agg. 21 Maggio, 08:21
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Attrarre investimenti e spendere bene le risorse disponibili per colmare i divari. La prima giornata del forum Ambrosetti di Sorrento conferma che si possono fare entrambe le cose al Sud, specie se si utilizza a fondo la leva dello scenario euro-mediterraneo in cui il ruolo strategico del Mezzogiorno è ormai da tutti riconosciuto. E se, come osserva opportunamente il sindaco di Sorrento Massimo Coppola, «a crederci saremo per primi noi meridionali, cittadini, amministratori, istituzioni, chiamati a sdoganare un Sud che non si arrende». Di sicuro, riuscirci non sarà facile anche se l'impegno del governo, confermato dagli interventi di ben cinque ministri al meeting (Fitto, Pichetto Fratin e Musumeci in presenza, Salvini e Tajani in streaming, più un messaggio di Urso), non sembra in discussione.

La linea della cooperazione con i Paesi della sponda Sud del Mediterraneo e il Piano Mattei, lanciato dalla premier Giorgia Meloni, sono indicazioni molto concrete, ricorda il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Che, però, chiede all'Europa maggiore compattezza sul tema dei migranti: «I Paesi del Sud Europa sono uniti nel sollecitare più equilibrio verso chi affronta i problemi dell'immigrazione primaria». 

Al capitolo delle incognite si iscrive certamente l'attuazione del Pnrr (e non solo in chiave meridionale) sulla quale il ministro per gli Affari europei, il Sud, il Pnrr e la Coesione, Raffaele Fitto, ribadisce una linea ormai chiara: non si può riproporre il basso livello di spesa registrato per i soldi della coesione 2014-20 (il 34% in 9 anni), sì alla rimodulazione del Piano su cui si attende l'ok definitivo dell'Ue. «Non si può continuare ad avere decine di piccoli progetti che ci fanno perdere completamente il senso di quello di cui ci occupiamo.

Inseguire il piccolo progetto ci fa uscire dai radar del contesto», dice testualmente Fitto. E aggiunge: «Bisogna avere il coraggio di dire le cose come stanno. È fondamentale coordinare il Pnrr, con scadenza giugno 2026, con le politiche di coesione che hanno scadenza a fine 2029 e i fondi nazionali, che non hanno scadenza. La connessione di tre piani può generare una visione comune: per questo, occorre stabilire un cronoprogramma che accompagni la realizzazione delle opere per avere la certezza degli interventi».

Fitto chiarisce che non verranno utilizzati fondi del Pnrr per l'emergenza dell'Emilia-Romagna e assicura che sul monitoraggio della spesa ci saranno incontri con ogni Regione. Ma su questo punto le distanze con i governatori di centrosinistra del Sud, De Luca ed Emiliano, sono ancora molto ampie: di fatto, a oggi il nodo della mancata assegnazione delle risorse del Fondo sviluppo e coesione 2021-27, richieste a gran voce dalle Regioni, rimane irrisolto. «Fitto come al solito - ha attaccato Vincenzo De Luca - ha parlato tanto ma se ti chiedono cosa ha detto fai fatica a trovare una risposta. E infatti anche nell'incontro che abbiamo avuto giovedì non ha detto niente. Lui ha l'immagine del seminarista, di un prete spretato ma fa tutto meno che una cosa concreta». 

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Al capitolo dell'attrattività del Sud, emerso con molta nettezza nel Libro Bianco di Ambrosetti, si lega invece l'annuncio della multinazionale del tabacco Philip Morris di un investimento di 50 milioni con 220 posti di lavoro a Marcianise, nel Casertano. Un Digital Information Service Center, spiega il presidente della società, Marco Hannappel, che garantirà la stabilità dei prezzi del prodotto a prescindere dalla variabilità del mercato, grazie ad un accordo con la Coldiretti. La conferma, scrive in un messaggio il presidente De Luca, che «la Campania è al centro della strategia dell'azienda che si attesta come il più importante acquirente di tabacco della regione con il 65% dell'intera produzione».

Decisivo, in questa prospettiva di nuovo Sud nell'area del Mediterraneo allargato, sarà anche il ruolo della politica energetica. Ne parla il ministro Gilberto Pichetto Fratin ribadendo non solo il valore degli investimenti in atto (come il polo europeo dei pannelli solari di Enel a Catania, o i rigassificatori previsti a Porto Torres in Sardegna e a Goia Tauro, in Calabria), ma anche l'importanza del dialogo con gli Stati del Nord Africa per ampliare la fornitura di energia elettrica da fonti rinnovabili e puntare senza esitazioni sull'idrogeno. 

Nuove reti dunque. Ovvero, più infrastrutture che al Sud sono ormai per fortuna all'ordine del giorno. Il Ponte sullo Stretto, ad esempio: «Un'opportunità importante per inserire l'Italia nel corridoio europeo che nasce in Scandinavia» dice l'ad di Fs Luigi Ferraris. E il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini annuncia per la prossima settimana un ulteriore passo in avanti verso il decreto definitivo per la costruzione dell'opera: «Il Ponte non è un'ossessione di Salvini e da solo non risolverà certo tutti i problemi della Sicilia o dell'Italia. Ma colmerà sicuramente un gap da sei miliardi all'anno e darà linfa alle imprese di tutto il Paese, garantendo un forte impatto sull'occupazione».

Nessun ripensamento invece sull'autonomia differenziata: «È un'occasione unica di recupero della competitività del Centro e del Sud», ribadisce Salvini. 

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