Mario Morcone assessore regionale della Campania: «Legalità spesso snobbata, i giovani vanno coinvolti»

Mario Morcone assessore regionale della Campania: «Legalità spesso snobbata, i giovani vanno coinvolti»
di Giuseppe Crimaldi
Mercoledì 6 Aprile 2022, 14:00 - Ultimo agg. 7 Aprile, 08:10
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«Coinvolgere i ragazzi, trasformandoli da spettatori a protagonisti di un percorso educativo di legalità, è un obiettivo primario. Oggi più che mai devono acquisire la consapevolezza che sicurezza e libertà restano un binomio imprescindibile. Per questo l'iniziativa del Mattino di diffondere nelle scuole un sondaggio sui temi della criminalità organizzata e sui significati simbolici e valoriali, oltre che sugli approfondimenti legati alla conoscenza che hanno delle mafie, è per me importantissima». L'assessore regionale alla Legalità Mario Morcone lo chiarisce in premessa: «Dalla lettura e dall'analisi delle risposte che verranno raccolte dagli studenti coinvolti avremo un quadro chiaro della situazione, e per quel che mi riguarda mi impegno in prima persona a sviluppare nuovi progetti educativi che vedano la Regione Campania in prima linea». 

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Prefetto Morcone, perché secondo lei è importante questa indagine conoscitiva?
«Perché oggi i giovani sono distanti rispetto al tema della legalità e sicurezza.

Trovare un modo intelligente, com'è sicuramente il questionario, per avvicinarli a questi argomenti significa contribuire a colmare anche alcuni vuoti educativi».

Da dove deriva questa sua convinzione di distanza giovanile dalle tematiche sulla legalità?
«Dall'osservazione anche dei comportamenti più semplici, dalle regole elementari, dai troppi vabbuò, ma tanto che fa? che non ti aspetteresti anche da ragazzi appartenenti a fasce sociali medio-alte, e magari pure bene istruiti. Segnali che vanno colti con preoccupazione. Ecco perché vedo l'iniziativa del Mattino come un'apertura molto importante: le risposte alle domande del questionario costituiranno la base sulla quale costruire condizioni e iniziative capaci di renderli veri protagonisti di legalità».

E in base ai risultati come va concentrata una efficace strategia educativa?
«Gli spunti sono molteplici. Avvicinare per esempio i ragazzi alle storie delle vittime innocenti della criminalità organizzata è una prima ipotesi. Coinvolgerli sulle brutalità commesse dalle mafie, impegnandoli - perché no - anche direttamente come attori in una rappresentazione teatrale può diventare il modo per renderli sensibili rispetto al dolore e alle tragedie che tanto negativamente hanno inciso e incidono sulla società nella quale vivono».

E quale può essere, su questo versante, il ruolo della Regione Campania?
«Noi abbiamo la Fondazione Polis animata da don Tonino Palmese e da sempre impegnata su queste problematiche: da qui potremmo cominciare a costruire insieme nuove occasioni di coinvolgimento dei ragazzi. Ma le idee da sviluppare possono essere tante altre: per quel che riguarda il mio assessorato mi impegno sin da oggi a organizzare eventi per portare i giovani nei luoghi simbolo della lotta alla camorra: dalla Tenuta della Balzana a quella che fu la casa di Francesco Sandokan Schiavone, per far toccare loro con mano quello che rappresentarono e ciò che oggi rappresentano, con l'acquisizione da parte dello Stato. Ecco che cosa deve significare la parola coinvolgimento».

E quale deve essere il risultato di questo percorso?
«Trasfondere un linguaggio educativo per far passare un principio: l'idea che non c'è libertà senza sicurezza, laddove per sicurezza non si intende la repressione, il manganello, ma una precondizione di ogni vivere civile. E per arrivare a questo dobbiamo utilizzare metodi e tecnologie moderne».

Lei prima faceva riferimento alla trasversalità del fenomeno della scarsa attenzione giovanile rispetto ai temi della legalità. In che senso?
«Certe lacune investono tutti i ragazzi. Sarebbe sbagliato immaginare una platea limitata ai giovani delle periferie più degradate. Ci sono ragazzi che vengono anche da famiglie cosiddette bene che indulgono a comportamenti sbagliati: come per esempio quello di acquistare cd o altri prodotti contraffatti, ignorando che anche così si finisce per foraggiare la criminalità organizzata». 

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