Napoli est, la rivoluzione: al posto delle raffinerie parco, alloggi e terrazze

In Commissione urbanistica i progetti: sul sito dei petroli vasto circa 420 ettari

Napoli Est
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di Luigi Roano
Mercoledì 17 Gennaio 2024, 23:30 - Ultimo agg. 18 Gennaio, 20:08
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Diventerà un modello di recupero e rifunzionalizzazione di archeologia industriale la super torre “Tcc” delle raffinerie nell’area orientale. E da quelle parti laddove ancora insistono i depositi petroliferi - ma è partita finalmente la bonifica dopo un quarto di secolo - ci sarà un grande parco, roba green ma anche con attrattori come aziende compatibili con l’ambiente. Dentro al parco riaffiorerà in superficie - infatti - il Sebeto: «La riemersione delle acque del Sebeto deve far parte di un processo di stoccaggio, bonifica e riciclo della risorsa acqua in grado di ridisegnare la rete degli spazi aperti e il paesaggio di questa vasta area» l’obiettivo da centrare. 

Insomma, dai veleni dei petroli alla riconversione verde cercando di sfruttare al massimo le potenzialità del Pnrr. Siamo nell’area est che per il Comune sono le Colonne d’Ercole oltre le quali si trova la città del futuro. Il nuovo Prg parte da quel pezzo di Napoli, è il primo progetto sottoposto alla Commissione urbanistica, cioè al Consiglio comunale: non solo idee ma appunto progetti. Siamo all’interno di un Sin - Sito di interesse nazionale - la stessa denominazione di Bagnoli che significa che lo Stato si deve prendere in carico il risanamento, ma il resto lo devono fare il Comune e i privati, «il patto con le imprese» lanciato dal sindaco su Il Mattino che dovrà essere chiuso entro questo 2024. Lo snellimento delle procedure e la caduta dei vincoli sugli ex capannoni industriali è la mossa che il Comune guidato dal sindaco Gaetano Manfredi ha fatto per attirare investitori istituzionali e privati.

La vicesindaca con delega all’Urbanistica ormai da due anni sta lavorando su questo nuovo strumento strategico che entro l’anno sarà definito sia a livello politico che amministrativo Il Sin è grande 830 ettari vale a dire il 7% del territorio comunale. Di cui quasi la metà - 345 ettari - occupati dal polo petrolifero, all’interno del quale operano aziende petrolchimiche, industrie meccaniche pezzi di aerospaziali e tanto altro. Nello specifico il nuovo Prg punta a riformare l’Ambito 13, un fascione di territorio che si sviluppa tutto in orizzontale che parte da piazza Garibaldi e finisce a Ponticelli dove già insiste il progetto “Porta est”. 

La torre delle ex raffinerie dovrebbe essere il simbolo di rinascita di quell’area dove già è in atto la trasformazione della ex Manifattura tabacchi e dove sorgerà il nuovo polo pediatrico. «La rigenerazione urbana deve dare spazio anche al recupero di importanti testimonianze di archeologia industriale, come la Torre Tcc dell’ex Raffineria» si legge nel documento presentato alla Commissione. Ottanta metri di struttura collocati dentro a quello che diventerà un parco, nella sostanza la Torre è il primo attrattore. In cima la terrazza con vista e l’immancabile tower coffee. Poi sale lettura, giardini, un museo con relative sale espositive, studi per lavorare e un media shop. Verde, industrie, torri ma anche residenze alle quali è dedicato il 7,1% dei suoli. «La Variante normativa al Prg vigente e il redigendo Piano urbanistico comunale - si legge nel documento - confermeranno il ruolo centrale della città pubblica già previsto, nel caso dell’Ambito 13 Ex Raffineria, ha un peso superiore al 57% sui 420 ettari della superficie territoriale complessiva» in buona sostanza il 57% dei suoli è di proprietà pubblica.

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A saldare progetti e rigenerazione urbana il Centro direzionale con al primo posto la riserva di suoli di proprietà del Comune a disposizione della città che ha fame di case: «Il ripensamento del ruolo e dei caratteri spaziali, sociali e funzionali del Centro Direzionale va inquadrato entro un disegno urbano che comprenda sia la rigenerazione dell’insediamento urbanistico esistente in crisi, sia un nuovo impianto sulle aree pubbliche tese a prevedere un’adeguata offerta abitativa». Palazzo San Giacomo si mette in gioco come si evince dal documento perché punta a «una rigenerazione urbana ecologicamente orientata che preveda un maggiore protagonismo del Comune attraverso investimenti pubblici sulle reti con l’utilizzo di fondi europei e nazionali. E attraverso la rivisitazione degli obblighi normativi non si rinuncia all’impegno sulle dotazioni pubbliche, successive agli interventi di bonifica sinergici tra pubblico e privato».

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