Napoli, per Manfredi fallita la missione Roma: «Debito, ancora nessuna soluzione»

Napoli, per Manfredi fallita la missione Roma: «Debito, ancora nessuna soluzione»
di Luigi Roano
Giovedì 2 Dicembre 2021, 08:49 - Ultimo agg. 3 Dicembre, 09:25
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Il debito di Napoli - 5 miliardi - fa tanto rumore nella politica e nei palazzi del potere romano, ma produce pochi fatti e zero soluzioni per una città praticamente in dissesto finanziario. La sensazione è che alla fine nella legge di bilancio ci sarà niente solo per Napoli, ma un provvedimento di cui beneficeranno tutti i capoluoghi delle Città metropolitane in difficoltà. Esattamente quello che già è in essere con una dicitura diversa. Vale a dire erogazione di soldi dal fondo di rotazione per gli enti locali in predissesto - come Napoli - o dissesto. Nel fondo c'è già una dote di circa 250 milioni da distribuire tra chi soffre. Napoli ne dovrebbe prendere circa 120 di milioni. C'è la concreta possibilità che il fondo possa arrivare fino a 600 milioni tanto che il sindaco Gaetano Manfredi potrebbe ritrovarsi nelle casse una mancia da 300 milioni.

Davvero poca roba rispetto a quello che l'ex rettore si aspetta. Cioè 600 milioni in tre anni di liquidità e l'accollo del debito da parte dello Stato. E non ne fa mistero nemmeno lui di questa delusione strisciante: «La situazione è ancora in fieri, non è stato definito lo strumento.

L'assessore Baretta sta discutendo con il Mef, quindi c'è ancora una fase di confronto per trovare la soluzione migliore» racconta l'ex rettore di ritorno dall'ennesima missione romana. Si spiegano così i suoi frequenti viaggi nella Capitale. A Roma - martedì - dopo avere acquisito dello stallo sul salva Napoli, ha incontrato il ministro per la Funzione pubblica Renato Brunetta. Oggetto del confronto la possibilità di assumere personale, in particolare dirigenti, evitando i lacci strettissimi che sono imposti ai comuni in predissesto.

Nella sostanza, Manfredi sta cercando di trovare una soluzione a uno dei tanti problemi da cui è afflitto Palazzo San Giacomo in maniera diretta, al di fuori del Patto per Napoli e dalla trattativa con il Mef. A riferirlo è lo stesso ex rettore: «Ho parlato con il ministro Brunetta - spiega - affinché ci sia maggiore flessibilità sulla capacità assunzionale dei Comuni proprio in funzione del Pnrr che ci consente di poter andare a reclutare le competenze specialistiche di cui abbiamo bisogno». In questi giorni - in attesa di segnali romani - stanno invece prendendo servizio i vincitori del concorsone della Regione. La stessa ministra per il Sud Mara Carfagna - ieri a Napoli per presentare il Pnrr - è al corrente della situazione di Palazzo San Giacomo e sta cercando di dare il suo contributo: «Anche la scorsa settimana ho avuto un confronto a Palazzo Chigi su questo. So che l'assessore Baretta è in costante contatto con le strutture del Mef e con quelle di Palazzo Chigi. Si sta studiando una soluzione migliore per aiutare non solo Napoli, ma anche gli altri Comuni che si trovano in difficoltà economiche e finanziarie a superare una condizione fortemente penalizzante». La sensazione che ci sia uno stallo su Napoli è forte. E anche i due emendamenti presentati alla Commissione bilancio del Senato sono per ora solo un atto formale depositato, la discussione si aprirà solo tra una decina di giorni. Emendamenti dove i pentastellati chiedono un Commissario per il debito modello Roma che il Governo non sembra disposto a concedere, mentre il Pd nel suo emendamento chiede l'accollo di parte del debito con Cassa depositi e Prestiti. Verso CdP Palazzo San Giacomo è esposto per oltre due miliardi di mutui.

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Manfredi spera che il Pnrr possa in qualche modo dare una spinta al salva Napoli vero e proprio, perché se il Comune non può assumere il rischio che non si possano redigere progetti è altissimo. Ma lo è ancora di più quello di infiltrazioni della camorra in un territorio quello di Napoli e della sua Città metropolitana dove insistono una trentina di agguerritissimi e sanguinari clan. Un ragionamento che oggi Manfredi porterà oggi nella sala del Refettorio di Palazzo San Macuto a Roma dove sarà audito in Commissione antimafia. Affiancato dal docente Stefano D'Alfonso, illustrerà gli esiti della ricerca dal titolo «L'Università nella lotta alle mafie». Ricerca fatta dalla Federico II.
 

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