Napoli, vigili urbani in affitto per partite e show musicali: «Pagherà anche De Laurentiis»

Passa al terzo tentativo la delibera con il regolamento

Vigili urbani in affitto a Napoli
Vigili urbani in affitto a Napoli
di Luigi Roano
Giovedì 14 Dicembre 2023, 11:00
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Passa finalmente - al terzo tentativo e dopo mesi di discussioni - la delibera con annesso regolamento per il pagamento da parte dei privati di alcune prestazioni dei vigili urbani. E passa la variazione di bilancio - una delibera proposta dal sindaco Gaetano Manfredi - «per garantire la realizzazione delle attività culturali calendarizzate e programmate» servizio che fa capo appunto all'ex rettore. Dove si dirottano tre milioni della tassa di soggiorno su una serie di attività non attinenti al turismo «tra cui - spiega la capogruppo di Forza Italia Iris Savastano - 342 mila euro di consulenze: invece in tutte le altre città d'Italia, così come dovrebbe essere, i proventi della tassa di soggiorno sono reimpiegati per migliorare i servizi al turismo». La Savastano sula materia è molto critica: «Una variazione di bilancio che prevede la destinazione di risorse in materie non congrue, alcuni fondi saranno assegnati per manutenzione ordinaria di arredi di sale istituzionali, manutenzione e implementazione della piattaforma cinema, all'acquisto di mobili e arredi da destinare alle biblioteche fino ad arrivare a 342mila euro che vengono spesi per prestazioni specialistiche». A difendere la delibera solo l'assessora Teresa Armato che dai banchi della giunta ha chiarito «la massima trasparenza del provvedimento condiviso anche con le associazioni di categoria» e l'assessore al Bilancio Pier Paolo Baretta che ha decretato la regolarità «tecnica e contabile dell'atto». 

La seduta di ieri è stata movimentata per la maggioranza che sostiene Manfredi.

Si è aperta sul filo di lana e solo grazie alla presenza di alcuni esponenti dell'opposizione che hanno mantenuto il numero legale, appena 21 i presenti in via Verdi. E si è chiusa dopo l'approvazione delle due delibere - e altri provvedimenti minori - per mancanza di numero legale. L'ennesimo flop della maggioranza che pur avendo numeri schiaccianti si dimostra poco compatta. La cosa certa è che queste frizioni interne sono all'attenzione del sindaco consapevole delle difficoltà. Un contesto nel quale viene approvato all'unanimità un ordine del giorno dalla piddina Maria Grazia Vitelli per accendere una luce sulla violenza di genere: «Un posto occupato dalle donne vittime di femminicidio nel Consiglio Comunale di Napoli, un posto per tutte quelle vite spezzate dalla violenza e dalla mano criminale di un uomo». Da ieri una poltroncina dell'Aula è vestita con un manifesto rosso. 

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Si è rischiato il patatrac anche su questo attesissimo provvedimento che come chiarisce l'assessore De Iesu «è figlio di una legge dello Stato e impegna la parte contabile perché la Corte dei Conti sui mancati incassi dell'Ente è molto attenta». Le cose stanno così: a pagare di sicuro i servizi aggiuntivi saranno gli organizzatori delle gare di calcio al Maradona cioè la Ssc Napoli, gli organizzatori di concerti e di manifestazione dove si necessitano caschi bianchi aggiuntivi perché vengono chiuse strade e cambia il piano traffico. Nella sostanza il villaggio della Coldiretti di Piazza Municipio difficilmente si rivedrà in quel luogo e a quelle condizioni. Chi deve pagare e perché? Nel regolamento è chiarito che comunque a decidere le esenzioni dal pagamento è la giunta con delibera apposita. «La Corte dei Conti - conclude De Iesu - chiede assunzioni di responsabilità nella definizione di evento con finalità pubbliche e questo atto lo devono firmare gli assessori e il sindaco». Insomma, dal PizzaFest alla BufalaFest passando per sagra del baccalà che pure hanno il bollino dell'eccellenza napoletana e quindi finalità pubbliche non sono esenti dal pagamento questo lo può decidere solo la giunta. E «Sono di carattere privato tutti gli eventi, organizzati da privati, con o senza scopo di lucro». Il senso della legge è che i guadagni che arrivano nelle tasche dei privati non devono pesare sulla cosa pubblica. Chi non deve pagare? Tutte le manifestazioni che sono di interesse pubblico o patrocinate dal Comune, le manifestazioni sindacali «cerimonie funebri, feste patronali, in occasioni di ricorrenze religiosi e civili; le attività, le iniziative e gli eventi, organizzati da privati, che promuovano e diffondano l'affermazione dei diritti fondamentali della persona o la tutela delle persone fragili e o con disabilità, nonché quelle per la diffusione attiva dell'educazione motoria». 

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