Napoli, la sfida del ministro Sangiuliano: «L'Albergo dei Poveri polmone culturale»

«Biblioteca nazionale non smantellata: a Palazzo Reale i volumi rari, qui il resto»

Il ministro Sangiuliano con il sindaco Manfredi nell'Albergo dei Poveri
Il ministro Sangiuliano con il sindaco Manfredi nell'Albergo dei Poveri
di Luigi Roano
Sabato 7 Gennaio 2023, 00:00 - Ultimo agg. 8 Gennaio, 09:31
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«È il mio luogo del cuore, sono nato qui in questa zona della città e sono napoletano» racconta il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano mentre sale le scale di Palazzo Fuga. Al suo fianco il sindaco Gaetano Manfredi, assieme a loro molti tecnici per un sopralluogo all’Albergo dei poveri che domina Piazza Carlo III e sul quale già sono concentrati investimenti per 100 milioni del Mic.

«Mi sto adoperando - dice Sangiuliano - per reperire altre risorse. Quante? Vediamo stiamo lavorando». Stime non lontane dalla realtà raccontano che per rifunzionalizzare e rigenerare quello che è tra gli edifici più grandi d’Europa, serviranno tra i 400 e i 500 milioni. Tantissimi, però nessuno si rompe la testa perché il metodo che ministro e sindaco vogliono mettere in campo si ispira al pragmatismo: «Fare le cose che si possono fare subito, procedere per step, man mano che si recuperano pezzi dell’edificio utilizzarlo anche con usi temporanei e farlo vivere aprirlo alla città e ai giovani» spiega l’ex rettore. L’idea è quella di trasformare Palazzo Fuga in un grande hub culturale dove i giovani devono essere il sale della rinascita del sito. Si pensa a un polo bibliotecario moderno, spazi espositivi, una scuola di specializzazione o una scuola superiore post universitaria con il coinvolgimento della Federico II, una grande sala convegni per accogliere eventi di carattere internazionale.

Lunedì è prevista una riunione tecnica a Roma che entro un mese dovrebbe portare alla redazione di un protocollo per consentire l’avvio degli interventi. «L’edificio - insiste il ministro - opportunamente ristrutturato e riattivato può essere un polmone di cultura per Napoli che sta avendo tanta capacità di attrarre turisti che devono però incrociare la cultura, la storia, l’identità e i sedimenti comunitari di questa città». I 100 milioni - cui si aggiungono altri 15 per rintuzzare i costi delle materie prime - serviranno per interventi di consolidamento del sito, la riconfigurazione architettonica, i restauri. Un progetto che richiede per la sua dimensione la cooperazione e la collaborazione tra il Comune e il Ministero della cultura, ma anche di altre istituzioni e del territorio. 

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«L’importante - spiega Manfredi - è avere una visione unitaria che progressivamente si realizza altrimenti trasformiamo Palazzo Fuga in un condominio mentre invece deve essere un progetto culturale e su questo siamo perfettamente d’accordo». Per quanto riguarda la parte da destinare a polo bibliotecario il ministro spiega come stanno le cose: «Non smantelleremo tutta la Biblioteca nazionale di Palazzo Reale: lì resteranno le cose più antiche e gli spazi che saranno recuperati saranno restituiti al Museo di Palazzo Reale». Un’operazione alla quale si metterà mano quando saranno ultimati i lavori di recupero della struttura. «Con il parziale trasferimento nei locali di Palazzo Fuga - spiega ancora il ministro - la Biblioteca nazionale di Napoli avrà la possibilità di fare nuove acquisizioni e si avrà una concezione più moderna della biblioteca che deve essere luogo di incontro, di cultura, senza dimenticare il grande tema della digitalizzazione dei libri per renderli accessibili anche da remoto». Il ministro punta molto sulla fruibilità del patrimonio librario e sull’arricchimento dello stesso: «Chi vorrà donarli avrà un luogo per farlo, anche io ho molti volumi e mi piacerebbe donarli a Napoli». Sangiuliano sul progetto della biblioteca immagina «uno spazio di vita culturale sul modello della grande Biblioteca nazionale di Parigi voluta da Mitterand».

 

Sinergie tra Istituzioni dunque e il Mann è centrale per Sangiuliano: «L’Italia - dice - ha 5 milioni di opere d’arte ma ne esponiamo solo 480mila. Se gli stranieri avessero quello che abbiamo noi nei depositi farebbero faville. Il tema è dunque rendere accessibile anche quello che è nei depositi». Palazzo Fuga - nelle intenzioni - sarà uno dei luoghi dove esporre questi capolavori sostanzialmente nascosti per mancanza di spazi: «L’idea che ho messo anche nelle linee programmatiche, presentate alle Commissioni Cultura di Camera e Senato, è di poter sdoppiare alcuni grandi musei che fanno parte dell’immaginario italiano e sono gli Uffizi a Firenze per il Rinascimento e il Mann a Napoli per l’archeologia e il mondo greco-romano». Giornata napoletana per il ministro: «Il Museo e il Real Bosco di Capodimonte è un patrimonio immenso che va salvaguardato e sostenuto» il commento dopo la visita al sito svoltasi nel pomeriggio di oggi. Accompagnato dal direttore Sylvain Bellenger, il Ministro si è soffermato nelle sale che ospitano la collezione Farnese e la Chiesa di San Gennaro con il nuovo decoro di Santiago Calatrava. 

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