Comune di Napoli, Mancuso pronto a dimettersi: la delega ai rifiuti a Santagada

L'assessore lascia per motivi personali

Paolo Mancuso
Paolo Mancuso
di Luigi Roano
Venerdì 6 Gennaio 2023, 00:00 - Ultimo agg. 7 Gennaio, 09:04
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«Confermata questa sua decisione. Non si sanno ancora i tempi ma dovrebbe essere questione di giorni» trapela da un blindatissimo Palazzo San Giacomo. Allora di cosa si tratta? Paolo Mancuso - assessore all’Ambiente e al mare - è al passo d’addio dalla giunta guidata dal sindaco Gaetano Manfredi. L’ancora presidente in carica del Pd provinciale almeno fino al congresso, va via per motivi personali, questa la tesi più accreditata, motivi che riguarderebbero un suo parente prossimo a entrare nei ranghi della magistratura napoletana.

Una scelta maturata per evitare nella sostanza ipotetici conflitti d’interesse. In ogni caso restano scelte personali. Detto questo, è chiaro anche che Mancuso, magistrato in pensione che a marzo compirà 75 anni, potrebbe essere provato da questa esperienza da assessore con la pesantissima delega ai rifiuti nella città dove i rifiuti sono lo spartiacque politico e amministrativo nella valutazione dei risultati. E a Napoli - malgrado gli sforzi di Mancuso, del sindaco e della sua squadra - a oggi non sono ancora in linea con le aspettative della città. In questo contesto, probabilmente peserà pure la rivoluzione in atto nel Pd: con il congresso lascerà la segreteria provinciale il neo parlamentare Marco Sarracino, suo principale sponsor ai tempi della composizione della giunta.

I rapporti sono tiepidi con Palazzo San Giacomo dopo la scoppola elettorale. Lo stesso partito cambierà volto e anima un calcolo che Mancuso si sarà fatto anche lui e ne ha tratto le conseguenze.

L’inizio della prossima settimana potrebbe essere il momento delle dimissioni, tanto che già circolano una serie di opzioni sul suo successore. Tenendo presente che quella casella in ogni caso è del Pd e che a congresso ultimato e nuovo gruppo dirigente insediato - sia a livello nazionale che locale - sarà occupata da un dem. Partito che corteggia il sindaco in questa fase precongressuale, è squillato più volte il suo telefono con il prefisso romano con la richiesta di schierarsi, ma Manfredi non ne vuole sapere di entrare nelle dinamiche di un partito che non è il suo. Di qui la decisione di non sostituire numericamente Mancuso per affidarsi a un interim. È vitale per l’ex rettore non rompere equilibri politici con il Pd la prima gamba della coalizione che lo sostiene in Consiglio comunale e in giunta. Manfredi per sostituire Manfredi aspetterà nomi che arriveranno direttamente dal Pd che nascerà dopo il congresso. Vincesse Stefano Bonaccini, per esempio, la direzione politica dei dem sarebbe ben diversa rispetto a un esponente che magari farebbe capo all’ex ministro Dario Franceschini. Unico candidato che Manfredi ha sostenuto alle politiche. Così la mossa dell’ex rettore potrebbe essere quella di prendersi lui l’interim della delega ai rifiuti e aspettare. Del resto da settimane segue da vicino Asìa. 

Tuttavia ci sono anche altre opzioni in campo, meno faticose atteso che Manfredi ha anche la delega alla cultura. Del resto che Mancuso stesse per lasciare è da mesi che si sapeva, l’ex magistrato lo ha comunicato più volte e a più persone, e Manfredi non si farà cogliere impreparato. Un’idea è quella di dare a Vincenzo Santagada - assessore al verde e alla salute - la delega ai rifiuti. Nell’ottica di una riorganizzazione delle partecipate che vedrebbe assegnata ad Asìa la cura del verde orizzontale oggi in capo a NapoliServizi. Un’altra idea è quella che riguarda l’assessore al bilancio Pier Paolo Baretta che sta lavorando alla riorganizzazione di tutte le partecipate e al quale prendere in mano il pianeta rifiuti, bubbone storico, non dispiacerebbe. Sia Santagada che Baretta per il sindaco sarebbero due scelte di qualità ma è un derby. 

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In questa cornice non è da sottovalutare che in primavera - quando il Pd avrà chiuso le sue partite e reclamerà la sua poltrona - Manfredi possa mettere mano a un rimpasto più largo che non riguarderebbe solo l’avvicendamento di Mancuso. E che coinvolgerebbe altre donne e uomini della sua squadra. Stesso discorso vale per la distribuzione delle deleghe.

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