Palazzi a rischio crollo a Napoli, il Comune «scippa» 5 milioni di euro

Palazzi a rischio crollo a Napoli, il Comune «scippa» 5 milioni di euro
di Paolo Barbuto
Sabato 16 Maggio 2020, 10:30
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A volte il tempismo di certe decisioni è impressionante: lo scorso 8 maggio, a un mese esatto dal primo anniversario della morte di Rosario Padolino la Giunta comunale di Napoli ha scippato cinque milioni di euro dal progetto Sirena 2 per deviarli su altre attività. Quel progetto, solo soprannominato Sirena 2, è destinato agli interventi sull'edilizia privata nel Centro Storico della città che è malmessa e cadente, proprio come quel palazzo di via Duomo dal quale, l'8 giugno dell'anno scorso, si staccò il cornicione che uccise il povero commerciante.

Insomma, a un mese dal primo anniversario della morte di un uomo ucciso da un crollo nel centro storico, il Comune decide di portare via soldi a un progetto che serve ad evitare i crolli nel centro storico.

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Stiamo parlando di una piccola porzione dei 308 milioni del Patto per Napoli, firmato nel 2016 dal sindaco De Magistris con l'allora presidente del Consiglio Matteo Renzi. Venti milioni furono inseriti ufficialmente nel progetto denominato «Incentivazione agli interventi di edilizia privata nel Centro Storico Unesco». L'altra settimana il 25% di quei denari è stato spostato altrove, e sono stati cancellati pure 8,5 milioni che dovevano essere destinati alla riqualificazione di edifici pubblici perché, spiega la Giunta Comunale, c'è già un «volume di risorse cospicuo e tale da produrre i risultati attesi». Insomma, di soldi ce ne sono talmente tanti che gli edifici pubblici possono essere riqualificati pure con otto milioni e mezzo in meno: buona notizia.

In totale il walzer dei soldi del Patto per Napoli spostati da un progetto all'altro ammonta a 23 milioni che saranno utilizzati per le stazioni della Metropolitana in costruzione e per la riqualificazione del Castel dell'Ovo. L'unico altro poderoso spostamento, oltre ai due di cui vi abbiamo già detto, riguarda la cancellazione di otto milioniper la realizzazione del parco archeologico di piazza Municipio che, però, verrà realizzato con altri fondi già destinati alla vicenda e gestiti direttamente dal Mibac.

Nel novero dei denari del Patto per Napoli va inserito anche un nuovo versamento del Governo di 3 milioni di euro che saranno interamente destinati alla realizzazione o alla rifunzionalizzazione di sette asili nido.
 


Ma perché la vicenda dei cinque milioni sottratti all'edilizia privata sembra così sconcertante? Perché nei giorni in cui si decidevano le sorti del Patto per Napoli e nelle settimane seguenti, Palazzo San Giacomo spiegò che era proprio il fronte dell'edilizia quello che avrebbe permesso un rilancio della città: cantieri in edifici privati e pubblici avrebbero messo in moto meccanismi virtuosi di rinascita dell'economia, aumento dei posti di lavoro e, soprattutto, avrebbero contribuito a rendere definitivamente bella la città.

Vi evitiamo lo strazio del copia/incolla delle interviste di assessori e sindaco nel 2016, all'indomani della firma per quel patto, tutte votate a magnificare quanto sarebbe cambiata la città con quei denari da destinare al restyling degli edifici del centro storico, vi omettiamo pure gli interventi a corredo da parte di esperti e tecnici che si sperticavano sulla profonda valenza di questo progetto che avrebbe riportato in auge i fasti del Progetto Sirena, tanto da decidere di chiamarlo Sirena 2, anche se non aveva mai avuto quel battesimo.

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Torniamo all'anno scorso, ai giorni del dolore per la morte del commerciante a via Duomo. Il sindaco De Magistris spiegò che la questione dei crolli non era solo napoletana ma andava condivisa con l'intera nazione: «È inaccettabile che un Paese non abbia le risorse per mettere in sicurezza alberi, voragini, palazzi. Questo è un tema italiano».

L'altro giorno, invece il tema è stato esclusivamente napoletano, servivano soldi per la Metro e per risistemare Castel dell'Ovo, sindaco e Giunta li hanno trovati proprio in quel salvadanaio che serviva a mettere in sicurezza la città.
Vabbè, ma alla fine hanno spostato solo 5 milioni, altri 15 sono ancora lì. Quante storie per un misero 25%. 

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