Pd, su Napoli pressing da Roma: «Un nuovo segretario»

Pd, su Napoli pressing da Roma: «Un nuovo segretario»
di Adolfo Pappalardo
Venerdì 18 Marzo 2022, 08:18
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Alla fine da Roma è arrivata una richiesta perentoria: dimissioni e nuovo segretario regionale votato dall'assemblea o scatta il commissariamento. Orientamento dei vertici nazionale del Pd che avrebbero già deciso, comunque, un altro commissariamento: la federazione di Caserta. Comunque sia, sarà uno schiaffo per i democrat locali. A cominciare dal governatore De Luca che sulla poltrona della segreteria regionale aveva piazzato nel 2019 il fedelissimo Leo Annunziata. E i tempi dell'avvicendamento potrebbero essere veloci: nel giro di due settimane. Sempre che si riesca trovare un accordo in quel vietnam che è oggi l'assemblea regionale democrat. Che deve votare il nuovo segretario. Senza contare veleni e gelosie tra gli aspiranti parlamentari che non vogliono un segretario politicamente ingombrante che potrebbe candidarsi togliendo un posto utile nelle liste.

Da mesi i vertici romani del Pd hanno puntato il segretario regionale. Il motivo principale è l'appoggio politico (voluto da De Luca) a Mastella alle comunali contro il candidato del Pd, sostenuto invece da Enrico Letta che fece pure una tappa nel Sannio per supportarlo. Niente, vince l'ex ministro dell'Udeur e al Nazareno se la legano al dito. Da qui la vendetta supportata da un dato inoppugnabile a norma di statuto: Annunziata, eletto nel marzo 2019, da due anni non convoca né l'assemblea, né la direzione. Senza contare come la sua segreteria, dopo un ricorso, non sarebbe mai stata completata. Abbastanza per commissariare il partito regionale anche se da Napoli è arrivato un pressing per mantenere lo status quo: meglio lasciare tutto come è e lasciare tutto immutato sino alle prossime politiche. Poi, improvvisamente, una settimana fa, tutto prende un'improvvisa accelerata: far fuori Annunziata è anche un segnale da Roma al governatore De Luca dopo l'appello contro di lui firmato da un gruppo di intellettuali.



E sarebbe arrivato così una richiesta perentoria a Piero De Luca, vice capogruppo democrat alla Camera e figlio del governatore. Più o meno in questi termini: «Dimissioni di Annunziata e trovate un sostituto.

Altrimenti commissariamo il partito». Sarebbe un'onta che il gruppo deluchiano non può permettersi e, quindi, ha ragionato su una soluzione. Eccola: Stefano Graziano, ex parlamentare e attuale consulente di De Luca. Un nome, ipotizza il gruppo del governatore, che potrebbe andare bene anche a Letta: perché era il suo referente in Campania prima dell'avvento di Renzi (e nel 2013 viene nominato consigliere per l'attuazione del programma del suo governo) e, dall'attuale segretario nazionale, è stato riconfermato commissario del Pd in Calabria sino al congresso di gennaio scorso. Ma il condizionale è d'obbligo perché la rotta è piena di insidie. Prima cosa bisogna capire a Roma cosa ne pensa il gruppo di Orlando e Franceschini su un altro segretario assai vicino a De Luca mentre a Napoli, invece, non sarà facile farlo digerire ai 240 e passa delegati regionali che dovrebbero votarlo. Non solo a quel 25 per cento che fa capo a Del Basso De Caro (che non farebbe mai passare l'avvicendamento deluchiano), ma anche al 20 che fa riferimento al casertano Gennaro Oliviero, attuale presidente del consiglio regionale, che ha rapporti burrascosi con Graziano. E se già Annunziata fu eletto con una maggioranza frastagliata del 54 per cento, ora si rischia di non arrivarci nemmeno. Perché nel frattempo molti democrat di quella maggioranza hanno preso altre vie (come l'ex consigliere regionale Gianluca Daniele) o si sono riposizionati. E poi bisogna capire gli equilibri in Base riformista: e' lo stesso di Graziano e alle politiche 2023 potrebbe rivendicare, da segretario regionale, una candidatura. E sarebbe un posto in meno perla corrente che vede due deputati uscenti: De Luca jr e Lello Topo.

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