Pochi medici in Campania, De Luca: «Idonei da graduatorie e un nuovo concorso»

Carenza di personale nei pronto soccorso il governatore: «Piano per trovare i rinforzi»

vincenzo de luca
vincenzo de luca
di Ettore Mautone
Martedì 9 Gennaio 2024, 00:00 - Ultimo agg. 16:29
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Corsie senza personale e turni scoperti negli ospedali campani: scatta il piano regionale delle assunzioni. L’obiettivo è ripopolare nel più breve tempo possibile le prime linee ospedaliere dopo 10 anni di tagli dovuti ai vincoli del Piano di rientro e riportare il personale dei pronto soccorso agli standard previsti dalle norme. Non perde tempo il presidente della Regione Vincenzo De Luca: come anticipato da Il Mattino il governatore, ieri, dopo aver convocato i direttori generali di Asl e ospedali ha poi firmato, a stretto giro, una delibera di giunta per affrontare il grave nodo del sottodimensionamento degli organici nelle trincee degli ospedali.

Nella riunione è stata prima verificata ogni possibile soluzione, anche transitoria, per affrontare le acute carenze di alcuni pronto soccorso in sofferenza.

Ce ne sono alcuni da potenziare e da adeguare agli standard, altri invece, come il San Giovanni Bosco e Boscotrecase, da riaprire dopo il Covid. Le premesse - ribadite in una nota diffusa degli uffici di Palazzo Santa Lucia - sono quelle che vengono rubricate come «gravissime responsabilità del governo nazionale in relazione al personale sanitario, assolutamente sottodimensionato, impiegato nelle strutture regionali» così come «la scandalosa sottodotazione di posti letto della sanità campana» oltre che «i permanenti e immotivati vincoli che vengono posti al superamento di tale sottodimensionamento» dopo tre anni di pareggio di bilancio. 

Tutti nodi che sono condensati nei numeri diffusi dalle ultime relazioni della Ragioneria dello Stato e da Agenas: la Campania al 31 dicembre del 2020, con 10,91 occupati per mille abitanti (considerando strutture pubbliche e accreditate), ha la minore dotazione di personale sanitario d’Italia contro i 18,34 per mille dell’Emilia Romagna, i 18,13 del Friuli, i 15,19 del Veneto e i 17 e oltre di Veneto e Liguria. Anche tutte le altre regioni del Sud si attestano vari punti percentuali sopra il livello della Campania che è ultima anche per assegnazione procapite di risorse per assolvere alle cure sanitarie tra le regioni dello Stivale. E come se non bastasse tale svantaggio strutturale è aggravato dalla dotazione di posti letto: in questo caso rispetto allo standard nazionale di 3,7 unità di degenza per 1.000 abitanti, la Campania ne ha solo 2,96 contro 3,88 dell’Emilia, 3,76 della Lombardia, 3,79 del Piemonte, 3,56 del Veneto mentre la Calabria è a 2,88 e la Puglia a 3,08. Si comprende allora come sia difficile arginare il fenomeno della migrazione sanitaria in queste condizioni, sebbene la Campania abbia recuperato 70 milioni di euro di prestazioni in oncologia e nell’alta specialità nel 2022, per la prima volta dopo venti anni.

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A fronte dei concorsi finora espletati per la copertura dei posti in pronto soccorso andati pressoché deserti si è deciso dunque di autorizzare, con delibera approvata ieri, l’impegno, anche a tempo determinato, del personale medico delle specialità affini a quelle dell’emergenza (cardiologi, gastroenterologi, internisti), utilizzando sia personale già nei ruoli quello presente nelle graduatorie regionali. Si è deciso anche di bandire in tempi rapidi un concorso unico regionale per verificare la disponibilità di medici per l’attività di pronto soccorso. Tutto questo rientrerà comunque nel tetto di 3,56 miliardi di euro di spesa per il personale: a fronte dei 2,7 miliardi impegnati. Ci sono insomma da spendere oltre 300 milioni per raggiungere il tetto che si traduce in circa 2mila unità tra medici e comparto laddove per raggiungere la dotazione standard se ne dovrebbero assumere altri 10mila. Soddisfazione per il provvedimento adottato dalla giunta viene espressa da Valeria Ciarambino, vicepresidente del Consiglio regionale e componente del Gruppo Misto - che ricorda gli emendamenti inseriti nella legge di bilancio 2022 per contrastare la fuga dei medici dai pronto soccorso. «In particolare chiedevo l’obbligo di assegnare i vincitori, per i primi due anni, ai Pronto soccorso così da rafforzarne gli organici così da consentire ai neoassunti anche un’esperienza di formazione sul campo. Il passo successivo dovrà essere quello di inserire l’obbligo nei nuovi concorsi».

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