Premio Napoli, Manfredi chiama Maurizio De Giovanni: «Il premio Napoli sarà agenzia per la lettura»

«La Fondazione deve essere il grande motore della lettura nelle scuole»

Gaetano Manfredi e Maurizio De Giovanni
Gaetano Manfredi e Maurizio De Giovanni
di Luigi Roano
Giovedì 9 Marzo 2023, 11:00
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Rompe il ghiaccio il sindaco Gaetano Manfredi e fa tre passi in avanti tendendo la mano a Maurizio De Giovanni, uno degli scrittori più celebri in circolazione quello del «Commissario Ricciardi», ma anche di «Mina Settembre» che sono poi diventati anche un fenomeno in televisione. De Giovanni non vuole stellette, ma rivoltare come un calzino «Il premio Napoli» e la Fondazione che lo sostiene. Idea che all'ex rettore frulla nella testa sin dal primo giorno in cui ha indossato la fascia tricolore basta pensare che ha tenuto per se la delega alla cultura. E Manfredi punta su De Giovanni come guida per rilanciare il Premio Napoli insomma discussione e trattative aperte con la sensazione che sindaco e scrittore siano più vicini: «Io penso e credo che il Premio Napoli - racconta il sindaco dall'Albergo dei Poveri dove ha firmato un protocollo con il ministro Gennaro Sangiuliano per il recupero della struttura - oltre che essere un premio letterario di valore e anche storico deve essere una grande agenzia per la promozione della lettura in città. Si collega anche all'Albergo dei Poveri dove abbiamo intenzione di fare una grande libreria pubblica aperta a tutti». Manfredi ci crede svela che da mesi ci sta lavorando e che - come la città - anche il premio letterario vada adeguati ai tempi e alle necessità di oggi con uno sguardo sul futuro. «La Fondazione - spiega l'ex rettore - deve essere il grande motore della lettura nelle scuole, dare sostegno alle librerie connesse al nostro sistema delle biblioteche comunali in maniera permanente. La nostra intenzione è aprire nel Premio Napoli nuove categorie perché non c'è solo il cartaceo. Per esempio legate alla sceneggiatura nelle sue forme più moderne, all'audiovisivo, alla letteratura sui nuovi media. È un grande progetto in cui credo molto e ne ho discusso con Maurizio De Giovanni. Un progetto a cui stiamo lavorando assieme a tante altre persone. Rafforzando la struttura del Premio Napoli che possiamo fare una buona cosa per la città». 

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La cifra delle parole del sindaco è che il canale di comunicazione con De Giovanni non si è mai interrotto, resta ora da sedersi davanti a una scrivania e concretizzare quello che entrambi hanno in testa.

La poltrona da presidente del Premio Napoli del resto è vacante e bisogna pur dare una senso alla programmazione della Fondazione altrimenti tutto resto appeso in un limbo. È probabile, per esempio, visti i tanti impegno che De Giovanni chieda una sua squadra di collaboratori: è una strada percorribile o no? Lo scrittore si lamenta - e non da oggi e non certo per colpa di Manfredi - che Napoli non ha un festival del libro degno della città. È una operazione di prospettiva, ma è nelle corde della Fondazione attivare questo tipo di strategia? Ma soprattutto il sindaco, che stima certamente De Giovanni e sul quale punta per dare nuova popolarità e spessore al Premio, fino a che punto può spingersi nel rivoluzionare la Fondazione? Le convergenze non mancano. Per esempio si legge poco a giudizio dello scrittore - e in questo è d'accordo pure il sindaco - per lui il Premio Napoli dovrebbe costituire il luogo dove nasce una politica del libro, dove si trovano rimedi nel non far chiudere le librerie. Non lontano, anzi, dalle idee che ha Manfredi del resto ha dichiarato che la Fondazione deve diventare una agenzia per la promozione della lettura». Veniamo ai nuovi media che per Manfredi sono il canale dove far viaggiare la letteratura per coinvolgere scuole e giovani. Anche qui con lo scrittore c'è massima sintonia, tanto che De Giovanni immagina una sezione del Premio Napoli dedicata ai docu-film fatti con il telefonino tratti dai grandi classici della letteratura per spingere i ragazzi alla lettura. 

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