Ad ogni legislatura regionale torna d’attualità la grana dei vitalizi. Ieri il Consiglio regionale campano ha approvato con 34 voti a favore e 13 contrari il collegato alla legge di stabilità regionale 2021. Un confronto serrato in due ore, per regolamentare vari settori dall’ambiente al lavoro, ma con una sorpresa finale: l’introduzione della reversibilità del vitalizio dei consiglieri regionali. In pratica, la «pensione» viene ceduta al marito o alla moglie superstiti alla morte. Una decisione destinata a far discutere in un periodo in cui la lotta alla casta è ancora fortissima.
IL RETROSCENA
Nella conferenza dei capigruppo regionali c’era, infatti, l’accordo ad introdurre questa norma.
LA BATTAGLIA
«Presenterò quindi di nuovo una norma che preveda la reversibilità solo per i familiari solo in caso di basso Isee. Continuerò anche la battaglia per il divieto di cumulo dei vitalizi per consiglieri e parlamentari e il divieto di cumulo delle reversibilità. Ci sono attualmente infatti ex parlamentari e consiglieri e loro familiari che cumulano diversi vitalizi il che a mio avviso è inaccettabile», ha annunciato Francesco Borrelli. Il centrosinistra, insieme al centrodestra, ha voluto invece allinearsi alla regolamentazione di altre Regioni. Eppure per Borrelli «bisogna dare l’esempio per chi ha ruoli istituzionali: la credibilità riparte anche da questo modo di agire a mio avviso». Una posizione rimasta isolata considerando le firme di tutti i capigruppo apposti alla nuova disposizione normativa.
I COSTI
Due anni fa, con 39 voti a favore e una sola astensione, il Consiglio regionale approvò una norma che riduceva gli assegni a 232 ex consiglieri. Il provvedimento ricalcolava i vitalizi secondo il metodo contributivo e istituiva l’indennità a carattere differito che verrà attribuita, a partire dalla legislatura finita a settembre 2020 e dai 65 anni di età, ai consiglieri e agli assessori regionali cessati dal mandato che abbiano compiuto almeno una legislatura. «Un risparmio di spesa in una più generale ottica di riduzione dei cosiddetti costi della politica», si leggeva nel testo voluto dal presidente della commissione Bilancio, Franco Picarone. Il risparmio annuo stimato ammontava a circa un milione di euro. Con quanti e quali soldi si pagherà ora il vitalizio reversibile? La legge ha previsto un fondo di accantonamento pluriennale la cui entità dipenderà ovviamente dall’eventuale decesso di qualche ex consigliere. È demandata alla giunta regionale, poi, la gestione di tale fondo con relativi impegni entro 90 giorni dalla pubblicazione della legge nel Bollettino ufficiale della Regione.
IL PASSATO
Eppure negli anni scorsi erano stati fatti alcuni passi in avanti. Qualche anno fa, nel 2017, ammontavano ad oltre dieci milioni e mezzo di euro i vitalizi erogati dalla Regione Campania. Dalla VII Legislatura (anno 2000) per accedere al vitalizio il requisito minimo anagrafico era di 60 anni di età. Inoltre, nel rispetto della legge regionale 38/2012 (articolo 4), se il titolare di assegno vitalizio ha una condanna che comporta l’interdizione dai pubblici uffici, l’erogazione del vitalizio in godimento è esclusa, ai sensi degli art. 28 e 29 del Codice penale, dalla data di passaggio in giudicato delle sentenze e per una durata pari a quella dell’interdizione stessa. Poi, a maggio 2019, come detto, la sforbiciata al parlamentino finalizzato, come si leggeva nel testo della legge, a conseguire «un risparmio di spesa in una più generale ottica di riduzione dei cosiddetti costi della politica, nel recepire quanto ha formato oggetto dell’Intesa Stato-Regioni» (cosiddetta “norma-Fraccaro”, dal nome del ministro dei Cinquestelle). Ieri il passo del gambero con il vitalizio che nasce per evitare l’invasione di ricorsi da parte di chi avrebbe visto eliminato un suo diritto acquisito.