Scuole chiuse in Campania, l'assessore Fortini: «La situazione è difficile, l'ipotesi Dad è sul tavolo»

Scuole chiuse in Campania, l'assessore Fortini: «La situazione è difficile, l'ipotesi Dad è sul tavolo»
di Mariagiovanna Capone
Lunedì 3 Gennaio 2022, 11:00 - Ultimo agg. 16:44
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I dubbi sulla riapertura delle scuole aumentano di pari passo con la curva epidemiologica. L'aumento dei casi di Covid, sia tra studenti che personale scolastico, potrebbe mandare in tilt la didattica in presenza, e l'obbligo vaccinale per il personale scolastico, scattato il 15 dicembre scorso, sarà tangibile con la ripartenza della scuola, con i no Vax che non si sono vaccinati, che andranno sospesi e sostituiti da supplenti, ma le graduatorie in molte regioni sono esaurite da tempo. In questo quadro offuscato e nebuloso, c'è l'ipotesi avanzata dal governatore Vincenzo De Luca: sospendere le attività in presenza fino a fine gennaio per la scuola primaria e secondaria di primo grado, proseguire con la campagna vaccinale tra minori e aspettare che la curva dei contagi inizi a decrescere per consentire una riapertura in sicurezza. 

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Assessore Fortini, iniziamo con la domanda che tutti vorrebbero porle: c'è la possibilità che si possa sospendere attività didattica in presenza?
«Non possiamo escluderlo.

Da domani (oggi, nda) inizieremo un confronto quotidiano con l'Unità di crisi della Campania per analizzare vari dati: la curva dei contagi su scala regionale, cioè per tutte le fasce d'età, poi quella relativa agli studenti, del personale scolastico e infine per provincia. Se alcune provincie saranno in relativa sicurezza, potremmo immaginare provvedimenti mirati sul territorio, perché è evidente a tutti che l'aumento c'è ed è consistente».

È in contatto coi dirigenti scolastici?
«Come sempre, e in particolare in questa fase di crisi. Sono giorni difficili, da due anni subiscono una pressione notevole e questa recrudescenza dei contagi li sta opprimendo e demoralizzando: il problema principale per tutti loro è la mancanza di personale sia docente che bidelli, perché positivi o in quarantena. Se manca il personale la scuola va inevitabilmente in tilt, anche perché sostituzioni e supplenze sono quasi impossibili in questo periodo, le scuole resterebbero sguarnite. Penso all'importante ruolo che hanno i bidelli, nel garantire la sanificazione, igiene e anche il controllo agli ingressi. Senza loro, come si può aprire una scuola in sicurezza?».

C'è poi il nodo dei protocolli.
«Non riuscivano a star dietro ai T0 e T5, i due tamponi a distanza di cinque giorni dell'ultimo protocollo, e ora cambia di nuovo il protocollo Mentalmente è una situazione snervante, capisco i loro disagi. Tuttavia nelle ultime settimane con l'aumento esponenziale dei positivi, le Asl non riescono a completare i tamponi nei tempi, questo non solo in Campania ma dall'incontro a fine anno con gli assessori delle altre regioni è emerso che sta accadendo ovunque. È quindi impossibile tracciare con numeri in aumento così rapidamente. La percentuale di positivi rispetto al numero di tamponati è ormai altissima e stanno aumentando enormemente anche i ricoveri in terapia intensiva: questo è il dato che ci fa paura maggiormente, sembra essere ripiombati a due anni fa».

Quali sono i numeri di contagi tra gli studenti?
«Nell'aggiornamento del 28 dicembre, nella fascia dai zero ai 19 anni abbiamo oltre 12mila campani. Nella fascia prescolare sono circa 2.000, ma dai 6 ai 10 anni, cioè alunni della scuola primaria, abbiamo 3.927 positivi, il record. Lieve calo tra 10-13 anni cioè studenti delle medie, con 2.186 positivi, mentre risalgono nella fascia 14-19 delle scuole superiori, con 3.901. Dalle informazioni avute, in questi cinque giorni la curva dei contagi in queste fasce è aumentata di molto, ma domani (oggi, ndr) sapremo qualcosa in più».

Le altre Regioni come sono messe?
«Chi più chi meno, i timori sono gli stessi. Tutti aspettano una decisione del governo, nessuno di noi vuole muoversi individualmente, credo che il ministro Bianchi porterà al presidente Draghi i timori che stanno emergendo dal mondo della scuola».

Quali sono in particolare?
«I timori sono soprattutto organizzativi, perché in molte Regioni il numero di insegnanti è insufficiente, perché sono in quarantena, e quindi è impossibile garantire la didattica in presenza. Ci sono poi casi limite, come in Lombardia, dove le corse dei treni sono soppresse perché non c'è personale, anche in questo caso per Covid, e non dobbiamo sottovalutarlo per la nostra Regione, che ha tanti docenti pendolari. Quindi abbiamo classi in Dad e pochi bidelli che limiterebbero i controlli, insomma il caos. Diciamo la verità, è demagogico definirle scuole aperte perché la maggior parte delle scuole già prima della pausa per le festività erano chiuse, nel senso che molte classi erano già in Dad. Il governo intervenga». 

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