Sindaco di Napoli, asse Fico-de Magistris: «No a candidati imposti»

Sindaco di Napoli, asse Fico-de Magistris: «No a candidati imposti»
di Luigi Roano
Venerdì 25 Settembre 2020, 10:30 - Ultimo agg. 16:51
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Raccoglie subito l'assist il sindaco Luigi de Magistris: «Non so se Fico si candiderà però sono d'accordo con lui: no ai candidati calati dall'alto o imposti». Si sa che il feeling tra l'ex pm e il presidente della Camera Roberto Fico è solido, ma questa volta davvero potrebbe sfociare in un accordo politico su Napoli. A oggi la battaglia per la conquista di Palazzo San Giacomo - de Magistris personalmente non è più candidabile, sta finendo il secondo mandato - vede in campo molti schieramenti e tutti molto spezzettati. L'alleanza Pd-M5S è molto indigesta nella parte vincente dei dem, cioè i deluchiani. E non è poca roba. E anche dal lato dei Cinquestelle nessuno sta facendo salti di gioia. A sinistra Antonio Bassolino non si ferma un attimo e sta organizzando la terza discesa in campo per il Comune a distanza di 20 anni. A Radio Crc Fausto Bertinotti, proprio lui l'ex presidente della Camera e anche ultimo comunista ad avere ricoperto un ruolo istituzionale di quel profilo, non ha dubbi e rilancia: «Bassolino può essere l'antidoto giusto per Napoli». Italia viva sta muovendo i suoi passi e non entrerà mai in un patto dove ci sono quelli del M5S. La sinistra ha già un candidato che si sta organizzando cioè Sergio D'Angelo a capo del colosso delle cooperative Gesco. Insomma, il contesto ricorda molto la prima irruzione sulla scena politica di de Magistris. Manca un partito guida del centrosinistra, il Pd con il suo 16% arranca moltissimo e c'è molto spazio politico da riempire. Si spiegano così le schermaglie di questi giorni e la sostanza è sempre la stessa quando si tratta del Comune: se si azzecca il candidato anche le architetture politiche servono a poco.

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De Magistris dopo nove tornate dove non ha schierato mai il suo movimento demA sembra davvero che stia in campagna elettorale, slogan e parole sono quelle del suo repertorio preferito: «Con i soldi del recovery fund in arrivo ci sarà il rischio di un tentativo di consolidamento, attraverso la spesa pubblica, tra camorra e politica. I soldi andranno gestiti con mani pulite e per questo ci ricandidiamo a guidare Napoli e la Città metropolitana: per evitare, citando Rosi, una nuova stagione di mani sulla città, che ci siano personaggi famelici, che ci siano impresentabili o persone che hanno investito non so quanti soldi per le regionali e sono rimasti un po' delusi». Resta da capire chi sono questi personaggi famelici di cui parla visto che da quasi due lustri a Palazzo San Giacomo mettono piede solo persone a lui gradite: ovvero almeno una settantina di assessori che gli dicono sempre sì e decine di staffisti travasati anche dalla Città metropolitana.
 

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Fausto Bertinotti dunque si spende per Bassolino, i due sono amici e hanno alle spalle la stessa storia politica: «Bassolino può essere antidoto per Napoli - ribadisce - Antonio è un caro amico ma mi guardo bene da suggerire qualcosa perché non sono portatore di grandi vittorie. È necessaria però la ricostruzione non ai fini elettorali, ma a quelli della società, fondamentale è una nuova fondazione della politica». L'ex presidente della Camera avverte: «Con queste elezioni regionali è scomparso il discrimine tra destra e sinistra o più banalmente tra centrodestra e centrosinistra. Siamo di fronte a una riforma del sistema politico italiano dove diventa prevalente il conflitto su chi deve governare e che si appella a una nozione di popolo molto diversa dal '900. Si tratta di una rivoluzione passiva che cambia la forma della democrazia». 

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