«La gente onesta si è allontanata dalla politica - afferma - mentre i criminali si sono avvicinati ancora di più a questa politica, facendo business e assicurandosi un futuro». E dalla Commissione antimafia si auspica che vengano fatti accertamenti su quanto denunciato. «Quelle di Ciliberto sono denunce fondate, non sono purtroppo una novità», commenta il senatore napoletano di SI Peppe de Cristofaro, fino a poco tempo fa componente della Commissione Antimafia. «Di qui però ad avere gli strumenti per provare che questi brutti ceffi sono legati alla criminalità, ne passa. Purtroppo non ci sono adeguate misure di contrasto a questi fenomeni, particolarmente spiccati durante le elezioni amministrative. Si dovrebbe ragionare su due fatti che sono avvenuti in contemporanea: la diminuzione del numero degli elettori e l'aumento del numero dei candidati: questo accade perchè le elezioni sono diventate purtroppo un vero mercato del voto, con alcune liste che non hanno dignità nè politica nè civica ma sono formazioni elettorali di brevissima durata».
«La denuncia di Ciliberto va presa sul serio, auspico che presto possa essere ascoltato dalla DDA di Napoli». Fino a prova contraria, cittadini come Gennaro Ciliberto sono preziose risorse per la Repubblica: persone oneste che denunciano quello che vedono o subiscono e che per questo sono esposte ad un rischio tale di vendetta da essere inserite nel sistema speciale di protezione», sottolinea Davide Mattiello, Pd, che in Antimafia coordina il comitato che si occupa di testimoni di giustizia. «Vorrei capire per quale motivo il Viminale non abbia messo Ciliberto nelle condizioni di candidarsi. La ragione, se c'è, non può essere la necessità di mimetizzazione finalizzata alla protezione: sarebbe paradossale, come dire al Ministro Alfano di ritirarsi dall'attività politica, in ragione delle minacce indirizzategli da alcuni esponenti di Cosa Nostra».
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