Da Noemi alla Whirlpool, alle Universiadi i drammi di Napoli

Da Noemi alla Whirlpool, alle Universiadi i drammi di Napoli
di Paolo Barbuto
Giovedì 4 Luglio 2019, 07:00 - Ultimo agg. 08:47
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La Napoli che inaugura l'Universiade non è solo quella rappresentata in maniera audace e pittoresca dallo show messo in piedi dal mago delle cerimonie Marco Balich: numeri della smorfia, Totò, Eduardo, la sirena Partenope, il golfo e il Vesuvio. Nel giorno in cui tutti gli occhi sono puntati sulla città, Napoli riempie gli spalti del San Paolo con la presenza gioiosa di migliaia di ragazzi sorridenti e poi mostra anche il suo volto più nascosto: quello dolce e spaurito della piccola Noemi, quello fiero e battagliero dei lavoratori della Whirlpool.
 
Sarebbe stato difficile in qualunque luogo del mondo innestare questi elementi nel cuore di una cerimonia di gioia, non lo è stato a Napoli, città di contraddizioni perenni, capace da sempre di ridere e piangere insieme.

Nella notte delle emozioni e dei sorrisi, la città mostra i suoi problemi, le disperazioni, eppure cerca di dare al mondo un segnale di riscatto, di riscossa, di capacità tenace d'aggredire i guai per superarli e tornare a vincere, a vivere.

Ecco, allora, che la passerella di Noemi al San Paolo assume un significato diverso: non solo la voglia di mostrare al mondo quel faccino che è stato capace di reagire al colpo della pistola camorrista che le ha trapassato i polmoni, ma soprattutto l'immagine di una bimba che si trasforma nella rappresentazione dell'intero popolo napoletano. Un popolo costretto a fare i conti con la malavita che l'avvolge e lo travolge, eppure capace di reagire, di trovare la forza per resistere al dolore e al male.

Noemi che si presenta al mondo gioioso degli atleti universitari, rappresenta anche i medici eroi che l'hanno trascinata con forza verso la vita strappandola alla morte; la bimba con gli occhi dolci porta con sé anche il popolo di mamme, papà, nonni che hanno assediato l'ospedale pregando per lei quando tutto sembrava perduto; la piccola, che indossa ancora il busto per sostenere quel corpicino ferito, trascina davanti al popolo delle Universiadi anche la Napoli sana che si è schierata al suo fianco e ha gridato contro la malavita che l'aveva aggredita «per sbaglio».

In mezzo alle luci sfavillanti e ai video capaci di trasfigurare il San Paolo, c'è stato uno spazietto pure per i lavoratori della Whirlpool in lotta per quel posto di lavoro che si sono visti sottrarre nel giro di un solo giorno. La battaglia va avanti da settimane eppure quegli uomini e quelle donne non hanno mai perso la loro dignità. Anche in questa occasione non hanno preteso di imporre la loro presenza: hanno chiesto di poter sfruttare la vetrina internazionale della notte di festa parlandone con il questore e poi con istituzioni locali e organizzatori. Solo quando c'è stato il definitivo placet hanno annunciato la loro protesta, sommessa, in diretta mondiale dal San Paolo.

Nessun clamore ieri sera, solo quello striscione, Napoli non molla, tradotto anche in inglese a beneficio del pubblico internazionale, Naples won't give up. Pochi secondi di passerella per raccontare una questione enorme.

Eppure anche in quei pochi secondi c'è stata la rappresentazione di una Napoli diversa dagli stereotipi, capace di affrontare i problemi, pronta alla scalata per superarli, anche in questo caso con tutta una città a sostenere chi lotta.

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