Lezioni di storia a Napoli, Canfora: «La Parigi del 1871? Un esperimento comunista»

Lezioni di storia a Napoli, Canfora: «La Parigi del 1871? Un esperimento comunista»
di Giovanni Chianelli
Sabato 9 Ottobre 2021, 13:12
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Due big della storiografia. Due antichisti, protagonisti di “Lezioni di storia Festival”, organizzato dalla casa editrice Laterza da giovedì 7 a domenica 10 ottobre a Napoli, tra il teatro Bellini e varie sedi del centro storico.

Sono Luciano Canfora e Laura Pepe. Il primo ha tenuto una lezione molto affollata nel pomeriggio dell’8 al Bellini, su «Parigi 1871. L’esperimento comunista”, indagando questa volta una fase della storia moderna: “Sono 30 anni che mi occupo anche di contemporaneità». Lo ha fatto partendo una dicitura, quella di “comunismo” in riferimento alla Comune parigina, che potrebbe far storcere il naso alle definizioni accademiche: »E perché mai?” si chiede Canfora. “I comunardi erano comunisti a tutti gli effetti: la laicità, la centralità dei lavoratori, le bandiere rosse e molto altro sono inequivocabilmente riconducibili a un esperimento di quello stampo».

Lo studio sulla forma di gestione che interessò la capitale francese tra il marzo e il maggio del 1871 è per lo storico pugliese cruciale perché «da quel momento si inasprisce e si definisce il conflitto sociale in maniera irreversibile. La Comune fu un evento epocale che finì con l'eccidio di 30mila persone. Si può dire che pose alcune basi, almeno nell'immaginario, per le rivolte del secolo successivo».

Il festival ha per quest’anno fissato il tema de “L’invenzione del futuro” e per Canfora l’oggetto della sua lezione si presta molto all’argomento: «I comunardi progettavano un'umanità futura, una comunità che non ha bisogno di stato».

E, conclude, il loro progetto sarebbe stato realizzato da soggetti ben diversi ai nostri giorni: «Paradossalmente la fine degli apparati statali si avvera oggi, ma con il dominio dei potentati economici.

Pepe, al Mann, nello stesso giorno ha approfondito le «Utopie femminili: Lisistrata e le sue compagne». Più che di utopie, dice, bisogna parlare di “distopia. Perché la rappresentazione di una presa del potere da parte delle donne è distopica, la donna è un essere apolitico”. La studiosa guarda al senso dell’opera di Aristofane: “«a commedia come tragedia capace di messaggi universali, in questo caso la figura di Lisistrata è per noi uno sguardo potente sul futuro». Per Pepe gli accostamenti operati tra personaggi del nostro tempo e quelli della classicità sono forzature, eppure significative: «Greta Thunberg è stata molte volte accostata ad Antigone: è un assurdo, Antigone sfida l’ordine di un re per difendere l’onore della sua famiglia, mentre Greta si batte in nome dell’umanità. Questa rilettura del modello tragico è indicativa di come viene usato il mito tra noi moderni».

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