Farmacopee, continua la rassegna artistica in Piazzetta Duca D'Aosta

Farmacopee, continua la rassegna artistica in Piazzetta Duca D'Aosta
Lunedì 13 Dicembre 2021, 14:36
3 Minuti di Lettura

Giovedì 16 dicembre a partire dalle ore 18.00 un nuovo appuntamento con la rassegna artistica «Farmacopee» in Piazzetta Duca D’Aosta, nella sede della Farmacia dei Golfi, con le opere di Fiormario Cilvini e Angelo Maisto. In mostra fino al 12 gennaio nelle vetrine che guardano sul teatro Augusteo, «Anima Mundi», l’installazione di Cilvini che rievoca già nel titolo il concetto vitalistico di origine platonica, tanto caro a Giordano Bruno secondo cui i singoli organismi sono legati tra loro da una comune anima universale. Non a caso l’opera è composta da cinque elementi che hanno le sembianze di ragni: si narra infatti che Giordano Bruno abbia rimproverato il doge veneziano Giovanni Mocenigo perché aveva ammazzato un ragnetto, proprio in quanto anch’esso espressone di quell’anima del mondo.

Ogni «ragno» che compone l’installazione custodisce un ciottolo, simbolo dell’operosità e della capacità di plasmare la materia.

L’opera si caratterizza per dovizia di particolari e l’uso di materiali. La struttura è in ferro, le pietre più grandi, che assumono i contorni del volto di un neonato, emblema di quel soffio vitale che secondo il filosofo nolano è presente in ogni cosa, sono in tufo e calcaree, mentre altre, più piccole, sono in lega di ottone, frutto della collaborazione dell’artista con il laboratorio atelier Asad Ventrella. Un lavoro scenico in cui il rapporto con la spazialità gioca un ruolo chiave, vista anche l’originalità della sede espositiva.

Video

Angelo Maisto porta in mostra «l’Uccellatore», prendendo in prestito la mitica figura dell’homo selvaticus, descritta dal poeta rinascimentale Poliziano, e rivisitata con candore e purezza misti ed una personale componente di napoletanità. Nel suo lavoro, infatti, l’uomo incolto diventa una deliziosa miniatura, custodita sotto una campana di vetro, come da tradizione presepiale, e più in generale pagana di Napoli. Una figura antropomorfa resa in acquerello e in scultura assemblando attentamente più materiali: le braccia dell’uccellatore sono piccoli cornetti, il naso lungo diventa un ramo dove gli uccelli più che sentirsi in pericolo, trovano riparo.

Dell’homo del mito l’opera conserva la forza vitale oltre al legame fortissimo con il mondo naturale, che è poi cifra stilistica dei lavori di Maisto. L’artista disegna un mondo naturale in cui l’uomo si riappropria di se stesso, riscoprendo la propria essenza. Proprio sulla base di queste suggestioni l’opera ben si coniuga al tema di «Farmacopee», in quanto riafferma la necessità di realizzare una terapia dell’animo ancor prima che farmacologica. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA