Sala Assoli: la fotografia sociale di Valentina Tamborra e la mostra «Amalia», di Valeria Laureano

Sabato 11 febbraio doppio appuntamento: alle 11.30 incontro con Valentina Tamborra e dalle 10.30 alle 18.30 la mostra di Valeria Laureano

«Amalìa» di Valeria Laureano
«Amalìa» di Valeria Laureano
Venerdì 10 Febbraio 2023, 11:51
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Un sabato dedicato alla “forografia”, in sala Assoli, con ingresso libero, Valentina Tamborra parlerà con il pubblico di fotografia sociale, di viaggi, ma soprattutto di storie e di una in particolare, che collega l'Italia all'Artico; il passato al presente: Skrei. 

Allo stesso tempo invece si inaugurerà, in due tempi, la mostra di Valeria Laureano intitolata «Amalìa», inserita nel percorso della rassegna dedicata al rito.

Due autrici e due diversi modi di narrare nel solco degli incontri, mostre e workshop sul linguaggio fotografico curati da Pino Miraglia, giunti alla settima edizione.

Fotoreporter, attenta osservatrice e narratrice di tematiche sociali, Valentina Tamborra collabora con diverse Ong raccontando l'enorme lavoro che svolgono le organizzazioni non governative in missione nei territori poveri del mondo. Da queste esperienze nasce «Chokora» che documenta la storia dei Chokora, i ragazzi di strada di Nairobi, e la loro rinascita attraverso il riciclo di oggetti trovati nelle discariche della città.

Per la Ong «Emergenza Sorrisi», sviluppa il progetto «Per un sorriso in più» in Benin, Iraq e Mali documentando il lavoro di medici volontari; seguono inoltre altri lavori di grande impegno sociale come la povertà in Italia, il terremoto della Marche, i clandestini al confine tra Francia e Italia.

Casa del Contemporaneo, dedica un altro spazio, nelle stesse ore con la mostra «Amalìa» di Valeria Laureano, a cura di Antonio Biasiucci.

Un'esposizione di 20 opere fotografiche con le quali l’autrice presenta il suo lavoro, nell’ambito della terza edizione del «laboratorio irregolare».

Il percorso di Laureano prende spunto da una storia vera che vede protagonista una donna serial killer italiana degli inizi del ‘900: Leonarda Cianciulli, la saponificatrice di Correggio.

Ben presto il racconto si lascia alle spalle quelle vicende e, attingendo dal suo immaginario personale, la fotografa approda in una nuova dimensione.

Si delinea una storia tra il macabro e il seducente che mette in evidenza un punto di riflessione profondo: i grovigli della mente umana, il suo lato oscuro, primitivo e selvaggio; un luogo nascosto e ignoto che si rivela nelle sue asperità e contraddizioni.

«Inquietanti e inquiete, le donne che appaiono in queste immagini sono potenzialmente artefici e vittime di sortilegi; ogni soggetto oscilla tra una dimensione attiva e passiva.

Il filo del racconto si perde in possibili microstorie che hanno come fil rouge comune l’invito a lasciarsi ammaliare, sedurre, stregare, in una contrazione continua tra l’attraente e il respingente», scrive Alessandra Troncone.

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Un universo femminile complesso e misterioso, che nella sua indecifrabilità, attrae e respinge. Questo costante dualismo rimanda alla figura delle streghe che nella loro dimensione mitologica erano donne ammaliatrici e distruttrici, metà donne e metà animali, dotate di poteri occulti in quanto in contatto col maligno o con entità soprannaturali.

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