Una telefonata sveglia Luca nelle prime ore del mattino. È Agnese, la governante del suo anziano genitore, Fabrizio Paternò, che lo avverte che suo padre è stato colto da un improvviso e grave malore. Il momento è concitato ma sono sufficienti poche battute per descrivere la vita di Luca: nonostante il lavoro da ingegnere, una bella casa a Roma, un’affascinante moglie avvocato ed un figlio tenerissimo, la felicità sembra smarrita da molto tempo; il rapporto coniugale è compromesso da continui litigi, risposte astiose e sospetti reciproci. Il ritorno a Catania, sua città natale, lo costringe a fare i conti con il passato: il confronto con la severità e l’intransigenza del padre, stimato professore universitario di neurochirurgia in pensione, ma anche l’incontro con Marianna, amica speciale della prima giovinezza.
Intorno a questa vicenda ruota il nuovo libro di Luciano Romano, «La folle corsa della felicità», edito da Rogiosi, che sarà presentato il 14 novembre alla libreria Raffaello al Vomero.
Una serie di eventi cambia repentinamente lo stato delle cose: Fabrizio muore, Luca e Marianna cedono alla passione, complice forse un sentimento che cova sotto la cenere dall’adolescenza e soprattutto, dopo aver rivisto i trofei sportivi di gioventù, vinti durante delle gare di ciclismo, Luca viene colto, inspiegabilmente, da crisi di ansia e depressione, in un crescendo di disturbi neurologici che neanche l’ascendente positivo dell’amata sorella Lorenza riesce a placare.