E’ il miracolo laico più curioso della storia di San Gregorio Armeno, la via dei Pastoripiù celebre al mondo. A vegliare sopra le statuine del presepe di San Giuseppe, la Madonna, Benino, Pino Daniele, la Meloni e la Carrà da ieri c’è anche l’immagine di Celestino VI, il Papa apparso insogno all’artista contemporaneo Pep Marchegiani noto per le sue performance. Le più famose? Quella di Roma, dove Marchegiani incappucciò con sacchetti di plastica neri lestatue del Pincio, per evidenziare il degrado in cui versava la città o i David di Michelangelo a Firenze, per sottolineare l’arte troppo conservatrice del gioiello toscano. E ancora, la Reggia di Caserta, messa in «vendita» per inutilizzo, e adesso, Napoli, con una riflessione, laica, sul potere ecclesiastico.
«Esattamente - conferma l’artista - anche se a dirla tutta non sono contro la Chiesa: qualche anno fa ho omaggiato Papa Francesco con il mio SuperPope e considero Papa Wojtyla uno dei più grandi rivoluzionari della Chiesa. Ma sono contrario ad ogni forma di abuso e di mercificazione del potere. Prima di me un altro esempio : le 95 tesi di Martin Lutero che affisse sulla porta della Chiesa di Wittenberg contro la vendita delle indulgenze.
Nel suo sogno Marchegiani non poteva certo immaginare che la sua installazione arrivasse all’indomani della notizia delle dimissioni di Papa Francesco e dell’annuncio che tra due anni una donna sarà alla guida del Dicastero. «Un’altra vera rivoluzione. Nella mia veggenza il peregrinaggio di Celestino VI, partirà da San Gregorio Armenouno dei vicoli più affollati al mondo, per toccare altre città grazie alladivulgazione dei miei numerosi Discepoli». Dopo Napoli, la prossima tappa sarà Roma: dove a Gennaio ci saranno una nuova installazione ed una mostra, diMarchegiani. Che dice: «Habemus Papa, nero!» Una provocazione? Irriverente? Certamente, ma dietro c’è tanto di più. C’è la storia di un artista, ex designer per le più famose case di moda internazionali, che coltiva, da sempre, la passione per l’arte. E oggi la sua opera, tanto discussa, è diventata il primo Nft della Santa Sede prodotto da un suo «Discepolo» dell’arte virtuale di nome terramaternfts.com Quello dell’arte digitale è un mondo che Marchegiani, classe ’71, abruzzese di nascita ma con origini napoletane, conosce molto bene.
Nel 2021 il suo quadro «Ragazzino grasso senza nome, ma con il pannolino» è diventato, infatti, il primo Nft al mondo. L’opera fisica è stata poi installata in un liceo artistico di Pescara. Ma il 2021 è stato anche l’anno di esplosione di tutta la Cryptoarte, un mondo di artisti partiti da una community dove gli Nft (Non fungibile token) diventano la certificazione digitale che consente di attestare la proprietà di un bene attraverso la tecnologiablockchain. Ma l’arte digitale coinvolge ormai tutto il settore del lusso: dall’immobiliare fino alle collezioni di alta moda. E non è un caso, infatti, se la ricerca artistica di Marchegiani, che da tre anni lo vedeimpegnato nella tecnica del Camouflage, è stata utilizzata per i luxury goods delle piùnote Maison.