Contemporary Speech, alla Sala Assoli «Non siamo Sufi» dell’iraniano Pejman Tadayon

Le musiche originali di Taday eseguite in Trio con gli strumenti classici della tradizione persiana

Contemporary Speech, alla Sala Assoli «Non siamo Sufi» dell’iraniano Pejman Tadayon
Contemporary Speech, alla Sala Assoli «Non siamo Sufi» dell’iraniano Pejman Tadayon
Martedì 19 Settembre 2023, 22:00
2 Minuti di Lettura

Prosegue la seconda edizione di Contemporary Speech, rassegna musicale diretta da Eugenio Ottieri e organizzata da Progetto Sonora. Sabato 23 settembre (ore 21.00), l’atmosfera intima di Sala Assoli accoglierà Non siamo Sufi dell’artista iraniano Pejman Tadayon, che traspone in musica alcune poesie di grandi mistici persiani come Rumi, Omar Khayyam, Hafez e Saadì; domenica 24 settembre (ore 21.00), spazio al trio formato da Armando Rizzo (fisarmonica), Corrado Cirillo (contrabbasso e basso elettrico) e Luca Mignano (batteria), che attraverso il repertorio fisarmonicistico, riprende nuove sonorità ed esplora nuovi orizzonti, con una continua ricerca di accostamenti inediti ed audaci.

Le musiche originali del musicista e pittore Pejman Taday, eseguite in Trio con gli strumenti classici della tradizione persiana, e i versi delle poesie mistiche svelano un sentimento di estraneità ad ogni appartenenza rigidamente intesa e parlano di ponti tra culture diverse. Brano dopo brano, con il commento visivo dei quadri sonori realizzati dallo stesso autore, si va svelando una verità più grande, affidata alle pagine forse più significative della tradizione sufi: il sentimento di estraneità è indispensabile per vivere in piena libertà. «Sono convinto che l’Oriente e l’Occidente possano incontrarsi e conoscersi profondamente.

E non ho altro che la musica per dimostrarlo – dice l’artista».

Il concerto del Trio capitanato da Armando Rizzo nasce dall’idea di utilizzare la fisarmonica anche in musiche non abituali per questo strumento: dunque, oltre al classico Tango Argentino e alle Musette, si propongono colonne sonore dei film più celebri fino ad arrivare ai choros brasiliani, il tutto amalgamato dalle improvvisazioni jazz. Il concetto musicale alla base del progetto è quello di unire il vecchio al nuovo, esplorando col repertorio fisarmonicistico nuove consonanze e dissonanze.

© RIPRODUZIONE RISERVATA