Miranda Martino premiata a Napoli: «Cantai per lo Scià, non mi inginocchiai»

La fresca novantenne premiata dal sindaco Manfredi

Miranda Martino premiata
Miranda Martino premiata
di Federico Vacalebre
Giovedì 21 Dicembre 2023, 11:49
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Cantante, soubrette, attrice, militante femminista e radicale, sex symbol, coraggiosa sino a denunciare le reiterate violenze (non solo morali) subite per l'essere donna in un mondo dominato da maschi. Quante cose, e quante altre ancora, è stata Miranda Martino, nata per caso a Moggio Udinese, da famiglia aversana e di cultura profondamente napoletana, tanto da meritare la targa della città con cui il sindaco Gaetano Manfredi la premia nella sala della giunta, coccolata anche da vecchi amici veraci come Marisa Fierro, Lucia Cassini, Gloriana, Giacomo Rizzo, Mario Maglione.

A motivare il riconoscimento i novant'anni compiuti dalla primadonna il 29 ottobre scorso: «Tanto affetto mi commuove», commenta lei, «ma perché non ve ne siete ricordati prima? Magari per gli ottant'anni?». Nessun intento polemico, solo l'antico vizio di interpretare la vita a muso duro, anche andando controcorrente, come fece quando, nel 1977, posò nuda per «Playmen», o dieci anni prima, quando fu invitata all'incoronazione dello Scià di Persia: «Al mio avviso fui shockata dalle condizioni in cui viveva il suo popolo.

Per cui cantai per lui, ma non mi inginocchiai davanti a lui», racconta ancor oggi non doma.

 

Dal balconcino di Palazzo San Giacomo, con vista sul Maschio Angioino e sul mare, i ricordi si fanno più intensi: «Ho sempre cantato Napoli, ho partecipato ai Festival di Napoli e a tanti altri concorsi canori partenopei ma nel 1962, e poi nel 1963, quando la Rca mi chiese di registrare i classici partenopei con gli arrangiamenti di Morricone ci criticarono, non rispettavamo l'oleografia imperante. Ero in sala con una grande orchestra, un grande coro, Ennio trattava quei capolavori come nessuno aveva ancora fatto». Diventati oggetti di culto, ristampati su cd e vinile, quei due lp fissano uno dei canoni possibili di cantaNapoli: «Peccato solo che gli spartiti originari siano andati perduti in un incendio».

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Le memorie di Miranda sono lontane nel tempo, la sua voce recupera un accenno a «So li sorbe e li nespole amare» ricordando uno spettacolo al teatrino di corte, poi ben vengano gli applausi per alcuni suoi indimenticabili compagni di strada, come Nino Taranto, «un attore così grande da essere dimenticato, o per un autore come Michele Galdieri».

«Ho cantato canzoni leggere e capolavori, portato in scena il varietà con Macario e Dapporto e testi pensosi, ho fatto da supporter a Sinatra, ho posato nuda e fatto battaglie civili e politiche: insomma, confesso che ho vissuto. E non ho intenzione di smettere», sorride, mentre Manfredi le consegna l'onorificenza che arriva a pochi giorni da quella ad un altro magnifico novantenne, Salvatore Palomba: «Se Napoli è la città della musica, se Geolier la riporterà a Sanremo, è bene e giusto che non dimentichi le sue radici, che celebri i maestri che hanno ben seminato, come Miranda Martino».
 

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