A Napoli il primo festival dei cori interculturali d’Italia: «Qui esempio di integrazione»

«Il festival – dice Suor Marisa Pitrella – è un’occasione per tessere reti ma soprattutto per far riscoprire Napoli come città dell’accoglienza a tutti i colori»

A Napoli il primo festival dei cori interculturali d’Italia
A Napoli il primo festival dei cori interculturali d’Italia
di Alessio Liberini
Mercoledì 11 Ottobre 2023, 17:59 - Ultimo agg. 12 Ottobre, 07:15
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«La musica popolare nelle nostre città non è più quella tramandata ed ereditata dalla tradizione orale ma si fonde con i suoni portati qui da ogni parte del pianeta. Mescolandosi in un mondo dove tutte le lingue si capiscono fra di loro per abbattere i disastri che segregazione, razzismo e pregiudizio continuano a produrre». Per Alessandro Portelli, storico, critico musicale, ex docente universitario ed oggi presidente del Circolo Gianni Bosio, non poteva non essere Napoli la prima città d’Italia ad ospitare l’esordio del “BabelebaB - Primo Festival Nazionale dei Cori Interculturali”.

Nel capoluogo campano, da sempre crocevia di lingue, religioni e culture lontane, il prossimo 14 e 15 ottobre i bastimenti salperanno ancora una volta. Portando sul grande palco a cielo aperto di Partenope ben 400 coristi provenienti da undici cori interculturali italiani, nati con l’intento di creare sana inclusione nel segno universale della musica, a cui si aggiunge il coro “Millecolori” di Scampia. I gruppi, originari di sette diverse città del Paese, sono composti da italiani e stranieri di ogni età, nuovi cittadini e richiedenti asilo. 

Saranno note curde, senegalesi, balcaniche ma anche napoletane, quelle che si accorderanno insieme nel nome dell’accoglienza nel corso della due giorni promossa e finanziata dal Comune di Napoli nell'ambito del progetto Napoli Città della Musica.

E organizzata dalla Rete dei Cori Interculturali d'Italia, con il supporto territoriale dell'associazione di volontariato Millecolori, dell'ottava municipalità e dell'Eav, in collaborazione con Ravello Creative LAB.

Ad aprire il festival - presentato questa mattina a Palazzo San Giacomo dal sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, insieme a Ferdinando Tozzi, delegato del Sindaco di Napoli per l'industria della musica e dell'audiovisivo; Padre Eraldo Cacchione, coordinatore Coro Millecolori di Scampia; Suor Marisa Pitrella, direttrice della Caritas Diocesana di Napoli e Alessandro Portelli - sarà il convegno "Musica e intercultura nella coralità", in programma sabato 14 ottobre, dalle 9.00 alle 13.00, negli spazi del polo federiciano di Scampia. Mentre nel pomeriggio la kermesse musicale arriverà nel centro cittadino con diversi flash mob di improvvisazione urbana che culmineranno in serata in un grande concerto multietnico, in programma dalle 21.00 alle 23.30, in scena nella centralissima Piazza Mercato. Lo spettacolo terminerà con l’esibizione congiunta di tutti e 400 coristi che canteranno un brano per la pace. Il giorno seguente, 15 ottobre, si tornerà invece nell’area nord con la stazione della Metropolitana Piscinola Scampia che diventerà per l’intera mattinata un palcoscenico d’eccezione dei Laboratori di canto spontaneo. 

«Nella sede, non casuale, dell’Università Federico II di Scampia – precisa padre Eraldo Cacchione - ci sarà una riflessione su cosa accade quando persone di diversi mondi si incontrano e cantano i loro mondi in Italia. Ed in città arriverà una carovana della musica della quale fanno parte migranti e richiedenti asilo politico di nazioni e religioni diverse: si può ben immaginare la rilevanza di tipo politico, musicale ed etno antropologica della kermesse».

Difatti lo stesso nome scelto per il festival, “BabelebaB”, rappresenta la metafora dell’incomprensione tra lingue diverse che, rovesciata, diventa il simbolo di una sana intesa attraverso il linguaggio e gli strumenti della musica e del canto corale. Emblema della forza dell’alleanza è la rete di solidarietà sorta attorno alla rassegna. Il Primo Festival Nazionale dei Cori Interculturali è infatti realizzato con il contributo di una moltitudine di realtà sociali della città: la Caritas Diocesana di Napoli, che coordina l'ospitalità gratuita attraverso la propria rete di famiglie; la Consulta delle Associazioni dell'VIII Municipalità di Napoli; la Fondazione Migrantes presso la CEI; "Chikù" (ristorante italo-romani); Rete Pangea; Fondazione Progetto Arca; Angeli di Strada Villanova; Caritas Nord est- Delegazione Caritas Triveneto, le parrocchie e le congregazioni religiose operanti sul territorio di Scampia. Vedendo altresì il patrocinio morale di Mediterranea Onlus; Aerco Associazione Emiliano Romagnola Cori e Centro Interculturale di Reggio Emilia. 

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«Il festival – dice Suor Marisa Pitrella – è un’occasione per tessere reti ma soprattutto per far riscoprire Napoli come città dell’accoglienza a tutti i colori. Riscoprendo la bellezza che ogni realtà porta con sé». Un messaggio mai come oggi attuale, visti i tanti-troppi teatri di guerra che ancora insanguinano l’intero mondo e l’eccedenza delle politiche dell'odio che hanno portato negli ultimi anni a far del mar Mediterraneo il più grande cimitero a cielo aperto del pianeta.

«In questi tempi complicati quello di BabelebaB è un bellissimo messaggio di un Paese capace di integrare attraverso un linguaggio comune ed universale come la musica – chiarisce il primo cittadino Manfredi - Da Napoli, quindi, parte un messaggio che deve aiutare le nostre comunità a riflettere e che indica una strada: la cultura, la formazione e l’arte sono un grandissimo strumento di integrazione». «Inoltre – conclude il sindaco - questo festival ha il suo cuore a Scampia che sta diventando sempre di più una delle nuove facce della città con grandi trasformazioni urbane, attività culturali ed eventi che richiamano sempre più persone». 

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