Napoli, «Il corpo» va in scena a Villa di Donato: avvincente come un romanzo noir

Una drammaturgia per quartetto d'archi, ispirata al breve romanzo di Lev Tolstoj

"il corpo" in scena
"il corpo" in scena
Giovedì 21 Dicembre 2023, 12:51
3 Minuti di Lettura

«Il corpo», è questo il nome dell'opera di David Romano, ispirata dal romanzo breve di Lev Tolstoj «Sonata a Kreutzer»: un racconto di matrice dostoevskiana, dal sapore noir, con a sfondo un adulterio, un omicidio e sentimenti cesellati in una sintesi esplosiva; una sfida per l’autore, noto invece per romanzi dalla complessa architettura narrativa.

La Sonata per pianoforte e violino in la maggiore n. 9, op. 47 di Beethoven, comunemente nota come Sonata a Kreutzer, ritorna perché suonata da un musicista, presunto amante della moglie di Vasja Pozdnyšev.

La vicenda viene dischiusa ai lettori con l’escamotage di un viaggio in treno, e la dimensione noir riporta ad altri scompartimenti, percorsi su rotaia, fermate, in un contesto prediletto da molti scrittori, per raccontare fatti e avvenimenti, che solo nella dimensione di un viaggio, e di una meditazione tra sconosciuti, possono emergere.

Video

Il narratore, un viaggiatore, di cui non viene mai svelato il nome, si sofferma ad ascoltare una conversazione tra i presenti, che disquisiscono sull’essenza dell’amore.

È il periodo del tardo romanticismo russo, in cui Tolstoj riprende riflessioni sulla morale, e sulle sfaccettature dell’animo umano.

Un forte carattere intimistico e di introspezione conducono il lettore tutto d’un fiato all’epilogo.

Al 1923, in un’Europa già ferita dal Primo Conflitto Mondiale, risale invece il Quartetto n. 1, per due violini, viola e violoncello, del compositore Ceco Leoš Janáček (1854-1928), quasi una colonna sonora, dal sapore e dalle nuaces mitteleuropee, con leitmotive che ricordano e ripercorrono l’incedere della locomotiva, il suo accelerare ed i suoi bruschi arresti, ed ancora stati d’animo, atteggiamenti, sospetti, indizi, in quattro movimenti che creano la suspence e la fomentano,  trascinano l’ascoltatore e legare quanto rivelato dalla narrazione e a mettere insieme i tasselli di un puzzle intricato ed intrigante.

A rendere la bellezza della musica di Janáček è il Quartetto Klem (Elena Pavoncello e Sofia Bandini violini, Carlotta Libonati, viola, Lara Biancalana, violoncello), a sciogliere i nodi della vicenda ed offrirne i punti salienti agli spettatori, sono le voci di Fiorenzo Madonna e David Romano.

© RIPRODUZIONE RISERVATA