«Le tre verità di Cesira» al Teatro CortéSe: tre monologhi surreali raccontati dalla comica acquaiola di Napoli

Cesira è una donna anticonvenzionale, poco interessata ai canoni estetici e per questo unica.

Locandina dello spettacolo
Locandina dello spettacolo
Giovedì 1 Febbraio 2024, 11:31 - Ultimo agg. 14:55
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Al Teatro CortéSe dei Colli Aminei, sabato 3 febbraio alle ore 21.00 e domenica 4 alle ore 18.00, presentato dalla «TTR Il Teatro di Tato Russo», l'attore Rino Di Martino porterà in scena la commedia di Manlio Santanelli, «Le tre verità di Cesira», con la regia di Antonello De Rosa, le scene di Tonino Di Ronza e i costumi di Giusi Giustino.

In merito alla trama dell'opera, Santanelli ha così scritto: «Madre natura, la madre di tutte le madri, impegnata com’è a pensare alla ruota del pavone, al corno del rinoceronte e via dicendo, può anche aver fatto qualche ‘passaggio a vuoto’, come si usa dire nel linguaggio tennistico.

Chi è senza distrazioni, scagli la prima accusa. E così Cesira, protagonista della storia, popolana discendente da una famiglia di “acquaiuoli”, ossia gestori di chioschi in cui si vendono dalle acque alle bibite più fornite, nell’età dello sviluppo è costretta ad assistere inerme alla crescita, a spese del suo labbro superiore, di un paio di baffi setolosi e inestricabili come una foresta subtropicale.

Per il vello che a volte deturpa le più belle gambe femminili c’è pronta la ceretta. Per il boschetto sotto le ascelle si può sempre ricorrere al provvidenziale aiuto di un rasoio. Lo stesso vale anche per i baffi, dirà più d’uno. Ma Cesira non vuole dissipare il suo prezioso tempo ogni mattina. La donna non è fatta della stessa pasta di quelle che non accettano il naso adunco o il mento a lampada di Aladino, e si spericolano in operazioni di plastica facciale. E dunque tutti a bere dalla donna con i baffi, aranciate, limonate, chinotti, acque sulfuree, gassose e il ben noto Diego Armando Maradona, un miscuglio di ingredienti molto poco esotici. Finché un bel giorno compare un signore con uno strano aggeggio, molto simile alle più competitive telecamere, e con flemma da professionista, lo sistema su un tre piedi e lo punta sull’acquaiola. Sollecitata nella sua vanità di esemplare unico e irripetibile, Cesira svelerà non una ma ben tre verità (tre per quanti sono i canali della TV di Stato)»

«Le tre verità di Cesira è costituito da tre monologhi, tre racconti surreali di Manlio Santanelli- ha scritto il regista De Rosa- Una comicità che apre amari squarci sulla vita: la verità sulla condizione esistenziale della protagonista, sulla condizione sociale, la verità dell’ambiguità del linguaggio e della comunicazione.

Ho voluto una messinscena semplice, scarna, tutta centrata sul corpo/attore, e un sapiente gioco di luce che  aiuta a creare uno spazio ideale dove possono prendere corpo le fantasie e il suo racconto, dove anche il reale è destinato a sfumare nel sogno e la verità nella finzione».

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