Vaiano ne «Il ventre di Napoli... omaggio a Enrico Caruso»

L'evento del programma di "Affabulazioni" per omaggiare il tenorissimo e la scrittrice

Valeria Vaiano
Valeria Vaiano
di Giovanni Chianelli
Martedì 17 Ottobre 2023, 18:29
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Dopo Massimo Troisi e Aldo Masullo tocca a Enrico Caruso e Matilde Serao. Sono il “tenorissimo” e la grande scrittrice, fondatrice di questo giornale, i grandi personaggi della storia di Napoli protagonisti del nuovo omaggio del ciclo di appuntamenti “Napoli siccome immobile”, mercoledì 18 ottobre alle 19.15 nella chiesa dei SS. Pietro e Paolo (via Attila Sallustro 282, Ponticelli) con ingresso gratuito.

Un evento sospeso tra musica, letteratura e teatro: si chiama “Il ventre di Napoli…omaggio ad Enrico Caruso”, in scena c’è l’attrice Valeria Vaiano a fare da voce recitante per i brani tratti da Il ventre di Napoli della Serao, mentre i tenori Francesco Ciotola e Pasquale Bottiglieri, accompagnati al pianoforte da Nadia Testa, interpretano arie d’opera, romanze e canzoni del repertorio lirico di Caruso; l’evento è ideato dall’associazione “Igor Stravinsky” di Avellino diretta dalla Testa, la rassegna rientra nell’ambito della seconda edizione di “Affabulazione. Espressioni della Napoli policentrica”, il progetto promosso dal Comune di Napoli  (finanziato dal fondo nazionale per lo spettacolo).

La Vaiano, che ha recitato nella serie tv “I bastardi di Pizzofalcone” e nel film “Tutti i soldi del mondo” per la regia di Ridley Scott, commenta: “Il Ventre di Napoli è una dichiarazione di amore della Serao ai napoletani, ribalta il detto “Napoli è un paradiso abitato da diavoli”, riesumato da Croce, in “Napoli è un inferno abitato da angeli”.

La capacità visionaria, la grande conoscenza che ha della città e dei suoi problemi sociali ed economici, si evincono nel suo “sventrare Napoli", j’accuse contro la superficialità del progetto urbanistico poi realizzato dall’allora primo Ministro Agostino Depretis.

Memorabili ed efficaci le sue considerazioni che scuotono, inducendo alla riflessione ancora oggi. Non si può, come fu per Scarfoglio, non rimanerne affascinati”.

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