Pompei, la pizza come arma contro la camorra

Pompei, la pizza come arma contro la camorra
di Susy Malafronte
Venerdì 16 Luglio 2021, 14:35
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A Pompei e Napoli la pizza napoletana, Patrimonio Unesco, ha il sapore della legalità. Da potenziali baby camorristi a pizzaioli «sfornati» dal forno della legalità acceso nella fondazione «A' voce d'è creature» di don Luigi Merola. Dopo il lockdown della pandemia dopo l'estate riprenderà a pieno ritmo il corso per diventare pizzaioli avviato dal sacerdote anticamorra e coordinato dal pizzaiolo di Papa Francesco O' zi' Aniello, al secolo il cavaliere Vincenzo Staiano di Lettere.

«La pizza è qualcosa di sociale, accomuna tutti. Per questo Papa Francesco adora la pizza e la offre volentieri agli amici». Parola di «O zi Aniello» «il pizzaiolo del papa».

È lui che, durante la canonizzazione di Madre Teresa di Calcutta il 4 settembre 2016, ha preparato e servito la pizza a 3500 poveri presenti nell’Aula Nervi in Vaticano. «Vi ricordo - dice don Luigi - che potete sostenere la fondazione e i nostri bambini donando il 5X1000!  Basta che chiedete al vostro commercialista di inserire nella dichiarazione dei redditi il codice fiscale della fondazione 95097930630. Basta davvero poco».

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