MESTRE - Ieri un altro blitz, ed ora siamo su una media di uno sgombero al mese. Quello che doveva diventare il primo hotel a 5 stelle di Mestre, si è trasformato nell'ennesimo bubbone della città, perfino più centrale dell'ex Umberto I dove, per adesso, le recinzioni reggono ancora. Polizia locale, squadre di Veritas e, alla fine, gli operai chiamati per cercare di sigillare tutte le aperture (tante, tantissime, non solo porte e finestre) sono tornati nell'ex Telecom di via Carducci, l'edificio alle spalle delle Poste di piazzale Donatori di sangue e che confina con il Museo M9, diventato di nuovo bivacco di sbandati e tossicodipendenti. Un'analoga operazione era stata eseguita il 9 giugno scorso, e poi un mese e mezzo prima. Perché, per chi non ha niente da perdere, quell'edificio abbandonato è comodo e perfino ospitale. E, per entrarci, avevano perfino posizionato una scala.
VIAVAI DAL CANCELLO
Non che prima non ci avessero pensato a fissare delle grate di ferro alle finestre e alle porte.
PROGETTO BLOCCATO
Una situazione ben lontana dai sogni che si erano fatti per il palazzone ex Telecom, che doveva appunto diventare un hotel con un investimento da 35 milioni di euro per realizzare una struttura super lusso da 130 camere, con entrata da via Carducci e da via Pascoli, realizzando anche una piazza pubblica. Progetto che, complice il Covid, pur non essendo stato definitivamente abbandonato, resterà sicuramente congelato per chissà quanto altro tempo ancora. E così, dalle parti di via Carducci, si mastica amaro per il futuro che si prospetta: «L'albergo? Qui non lo vedremo mai - alza le spalle un residente -. Sarebbe stato meglio pensare ad un utilizzo dell'ex Telecom legato all'Università. Quello sì che avrebbe riqualificato il centro, portando giovani e un po' di vita». Un'idea, anche se la realtà è un palazzo blindato dalle grate arrugginite. Fino al prossimo blitz.