MESTRE - Non avevano mai osato così tanto. Che gli spacciatori si scagliassero in massa contro gli agenti per impedire l’arresto di un loro collega, finora, non era mai accaduto. Eppure è quello che è avvenuto ieri pomeriggio, alla luce del sole, davanti al sottopasso del tram di via Cappuccina. Sotto gli occhi di passanti e automobilisti e a poche decine di metri, peraltro, dal comando della polizia locale. Un guanto di sfida vero e proprio alle istituzioni, che riporta indietro l’orologio a quattro anni fa, quando la mala nigeriana imperversava in tutta l’area Piave creando un vero e proprio emporio dell’eroina (gialla) a cielo aperto.
Operazione San Michele
Che da quel 10 luglio 2018, giorno della retata storica con l’operazione San Michele, ne sia passata di acqua sotto i ponti, è dato di fatto. I pusher prima se ne sono andati per un breve periodo, poi sono tornati con una formazione diversa, più eterogenea, più fluida: meno guerre tra etnie, più collaborazione per cercare di mantenere le mani su un mercato che, alla fine, dà da mangiare a tanti. L’episodio di ieri, però, è una prova di forza di chi pensa di essere nuovamente intoccabile. Una declinazione del fenomeno che le forze dell’ordine, ora, non potranno ignorare.
Il nuovo grave episodio
Tutto nasce da un normale controllo del nucleo di Sicurezza urbana. Quando gli agenti vedono quel giovane straniero, africano, incontrare un cliente dopo l’altro a pochi metri dall’imbocco del sottopasso, decidono di entrare in azione. Provano a fermarlo, ma il giovane oppone resistenza. Gli agenti in borghese allora, come da protocollo, iniziano a usare le maniere forti: lo fermano bloccandolo a terra. Il ragazzo, però, continua a dimenarsi. È a quel punto che succede: un gruppo di altri 9, 10 spacciatori, si lancia contro gli agenti. Graffi, colpi, spintoni: tutto per cercare di far fuggire il loro compagno. La pattuglia chiede rinforzi: in pochi secondi arrivano sul posto altre tre volanti della polizia locale e due della polizia di Stato. I pusher, ormai in minoranza, si dileguano. La polizia locale riesce a portar via l’uomo che aveva individuato fin dall’inizio, gli altri però spariscono nel nulla. Alta tensione, ma per fortuna per gli agenti non ci sono state conseguenze gravi: solo qualche contusione e per qualcuno di loro qualche graffio alle braccia e sul collo.
Lo spaccio a Mestre, e nelle vicinanze della stazione, non è certo un fenomeno di oggi.