Il Gip: «Zlatan aveva un'idea padronale del rapporto uomo-donna». Ecco perchè tornò libero

Lidija Miljkovic
Lidija Miljkovic
di Angela Pederiva
Sabato 11 Giugno 2022, 11:23 - Ultimo agg. 11:24
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VICENZA - Nel giro di sette mesi il giudizio sulla pericolosità di Zlatan Vasiljevic viene completamente ribaltato. L'uomo appare potenzialmente in grado «di ulteriori condotte aggressive» il 2 luglio 2020, mentre sembra lontano «dalla commissione di altri reati» il 2 febbraio 2021. Perciò quel giorno cadono tutte le misure cautelari disposte nei suoi confronti per quasi due anni «e non risultano, in tale periodo, segnalazioni di violazione alle prescrizioni imposte»: lo sottolinea Lino Giorgio Bruno, procuratore di Vicenza, spiegando perché il 42enne è libero, quando mercoledì uccide prima l'ex compagna Gabriela Serrano e poi l'ex moglie Lidija Miljkovic.


I DUE PROCEDIMENTI
Dalle denunce di Lidija scaturiscono due procedimenti penali.

La prima inchiesta viene avviata nel 2018 per maltrattamenti in famiglia e lesioni personali, con parti offese la donna, il fratello Nemanja e il padre Dragan. Dopo vari rinvii, la prima udienza viene fissata a settembre 2022 per il possibile patteggiamento di Vasiljevic, ma dato il suo suicidio è evidente che i reati saranno dichiarati estinti per la morte dell'imputato. Ha invece un percorso più rapido il secondo fascicolo, aperto il 19 marzo 2019, di nuovo per maltrattamenti in famiglia e lesioni personali, nonché per violenza sessuale, tutte ipotesi aggravate e con parte offesa Lidija.


IL CARCERE E I CORSI
Il giudice per le indagini preliminari Barbara Maria Trenti accoglie subito la richiesta della custodia cautelare in carcere. La misura viene eseguita il 26 marzo, viste le «tendenze controllanti e prevaricatorie dimostrate dall'indagato, che potrebbero con ogni probabilità subire un'escalation in termini di gravità e condurre a tragiche conseguenze». Il bosniaco rimane in prigione solo fino al 4 aprile, quando viene accolta l'istanza di ammissione agli arresti domiciliari presentata dal suo avvocato Alessandra Neri.
Il 17 maggio Vasiljevic comincia il percorso di disintossicazione dall'alcol al Servizio per le dipendenze dell'Ulss 8 Berica e così il 5 dicembre ottiene un'ulteriore attenuazione della restrizione: divieto di avvicinamento e obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. L'11 dicembre l'uomo inizia il corso rieducativo per uomini maltrattanti tenuto dall'associazione Ares.


IL PRIMO GRADO
La sentenza di primo grado viene emessa il 2 luglio 2020: condanna a 1 anno e 10 mesi, grazie allo sconto di un terzo della pena previsto dal rito abbreviato, con assoluzione per la violenza sessuale, ma senza la concessione della sospensione condizionale. Il gup Roberto Venditti scrive infatti che «la lunghissima protrazione delle condotte di maltrattamento () non consente di ritenere che in futuro l'imputato si asterrà dalla commissione di ulteriori condotte aggressive, trattandosi di una modalità relazionale certo agevolata dall'abuso di alcolici, ma che trova fondamento in un sostrato culturale arretrato, basato su una concezione del rapporto uomo-donna di tipo padronale e dominante». Un comportamento che nemmeno l'avvio del precedente procedimento penale «aveva in alcun modo scardinato e ridimensionato», annota il giudice dell'udienza preliminare: «È ben vero che le relazioni del Serd e dell'Associazione Ares hanno dato atto che attualmente il percorso riabilitativo e rieducativo dell'imputato sta avendo buon esito... ma trattasi solo dell'inizio di un programma di complessiva revisione del proprio comportamento, non sufficiente alla concessione del beneficio della sospensione condizionale della pena».


L'APPELLO E LA CASSAZIONE
Il 2 luglio 2020 la Corte d'Appello di Venezia riduce la condanna a 1 anno e 6 mesi e concede la sospensione condizionale, il che fa decadere automaticamente le misure restrittive. Affermano i magistrati: «L'imputato risulta tuttora incensurato. La dichiarazione resa in data 6 luglio 2020 dal Serd dell'Ulss n.8 attesta che il Vasiljevic si è sottoposto dal 17 maggio 2019 sino al 26 giugno 2020 a un programma terapeutico(...). La valutazione finale è positiva, evidenziandosi una condizione di astinenza iniziata almeno un anno prima della data di attestazione, senza ausilio di terapia farmacologica. La dichiarazione del 28 luglio 2020 dell'Associazione Ares attesta, analogamente, l'esito positivo del percorso psicologico rieducativo cui si è sottoposto il Vasiljevic dall'11 dicembre 2019 al 27 luglio 2020. A fronte di tali risultanze, deve esprimersi una prognosi favorevole circa la futura astensione dell'odierno imputato dalla commissione di altri reati».
Il 42enne presenta ricorso in Cassazione, che il 3 marzo 2022 lo dichiara inammissibile. Dopo di allora, risulta a suo carico solo una contravvenzione al codice della strada. A causa della guida in stato di ebbrezza, l'8 giugno l'assassino si fa passare a prendere da Gabriela. È a bordo della sua Mazda che Vasiljievic la uccide, poi si mette al volante e va ad ammazzare Lidija, poche ore prima dell'appuntamento fissato dalla donna con l'avvocato Laura Danieli per discutere di una nuova denuncia per il mancato pagamento degli alimenti.

 

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