Coronavirus in Campania, nessuna tregua per cibo da asporto e librerie

Coronavirus in Campania, nessuna tregua per cibo da asporto e librerie
di Adolfo Pappalardo
Domenica 19 Aprile 2020, 00:00 - Ultimo agg. 10:01
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Tecnicamente la parte istruttoria della Fase 2 è appena iniziata. Da ieri alle 14 quando sono scaduti i termini per presentare proposte per la ripresa delle attività economiche. Istruttoria voluta dal governatore De Luca a cui hanno aderito associazioni di categoria, sindacati e mondo politico. Con una sola cosa ormai chiara: con il tempo che corre non ci saranno anticipazioni sulla scia delle altre regioni prima del 4 maggio, la data ultima indicata per ora dal governo per passare alla Fase 2. 

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Il caso particolare è l’ok al cibo da asporto vietato sinora solo in Campania per ristoranti, pizzerie e pasticcerie. Dopo settimane di pressing delle associazioni di categoria e del mondo politico sembrava cosa fatta: due giorni fa doveva arrivare dal governatore il sospirato via libera. Niente da fare: nella diretta che doveva dare l’ok, De Luca si è preso ancora qualche giorno tanto che gli imprenditori sono ormai decisi a mollare la presa e attendere, a questo punto, direttamente l’avvio della Fase 2 e le indicazioni del governo. E così, anche per le librerie, bloccate solo in Campania: ventilava un via libera per almeno due-tre giorni a settimana ma invece nulla. Non si attendevano invece l’ok i proprietari dei lidi che pure speravano di poter iniziare i lavori di manutenzione come fanno già da giorni i colleghi di Liguria, Calabria e, da lunedì, Toscana e Lazio. Irremovibile De Luca che aprirà qualche spiraglio solo a ridosso del 4 maggio o, comunque, quando le direttive nazionali saranno chiare. «La fase 2 alla quale tutte le forze sociali ed economiche sono chiamate a dare un contributo, fermo restando la piena salvaguardia della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, deve tener conto del protocollo regionale, che insieme a quelli nazionali, dovranno rappresentare l’unico punto di riferimento per la regolamentazione della transizione. Fase fondamentale, questa, da gestire in maniera ordinata e strutturata per non disperdere quanto di buono fatto finora in termini di contenimento del contagio», fanno sapere i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Campania, Nicola Ricci, Doriana Buonavita e Giovanni Sgambati nella nota inviata alla Regione in cui propongono le indicazioni per la ripresa delle attività produttive. 
 


Vincenzo De Luca da un lato attende le decisioni della cabina di regia nazionale, dall’altro rimane fermo sulle sue posizioni nonostante i dati dei contagi in Campania siano positivi. «Ci vuole cautela, molta cautela: niente fughe in avanti», continua a dire ai suoi nonostante sia passata la fase critica. Basta guardare i dati della sua Salerno dove da una settimana, la città capoluogo non registra alcun nuovo contagio. A preoccupare invece sono alcune realtà. Come la zona rossa di Ariano Irpino, nell’Avellinese, che scade domani. E solo oggi, dopo aver visionato gli ultimi dati forniti dalla Asl, si deciderà se confermare la zona rossa nella cittadina irpina. Per gli spostamenti, da regione a regione, De Luca rimane fermo sulle sue posizioni supportato anche dai colleghi di Calabria e Basilicata. Ovvero che se ci dovessero fughe in avanti dei governatori di Lombardia e Veneto, rimane pronto a chiudere i confini campani per evitare la recrudescenza dei contagi. Ed il governo è orientato in questo senso: anche dopo il 4 maggio vietare gli spostamenti da regione a regione o per macro-aree. Proprio per evitare che i contagi del Nord si spostino dal Sud che, tutto sommato, non è stato investito in pieno dalla pandemia.  Intanto la situazione sul fronte dei contagi si è ormai avviata in discesa da giorni: ieri infatti su 2.893 tamponi in tutta la regione solo 41 sono risultati positivi. E dall’inizio dell’emergenza siamo a 4.029 contagiati. 

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