Coronavirus a Napoli, altri medici positivi al test: ospedali in allarme

Coronavirus a Napoli, altri medici positivi al test: ospedali in allarme
di Ettore Mautone
Mercoledì 11 Marzo 2020, 00:00 - Ultimo agg. 10:09
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Medici positivi al Covid-19, camici bianchi in quarantena, reparti in subbuglio ad ogni caso sospetto di contagio, febbre e polmonite lo spauracchio condito da tamponi e test ovvero trasferimenti di malati e improvvise sanificazioni. Tempo di virus nelle corsie degli ospedali napoletani. Trema il sistema sanitario campano sotto i colpi dell’onda d’urto provocata dall’avanzata del coronavirus. Al Cardarelli, che è un ospedale di transito, privo di reparto di malattie infettive, ieri è giunta la seconda doccia fredda in pochi giorni: è risultato positivo al Covid il direttore del Trauma center. Il manager Giuseppe Longo ha fatto scattare le attività di sanificazione degli ambienti senza peraltro interrompere l’assistenza. Il Cardarelli regge buona parte del peso assistenziale ad alta intensità di cura della Campania. L’unico faro nelle nebbie, attivo 24 ore su 24, per i gravi traumi e l’unica unità intensiva per l’Ictus completa di tutte le discipline e in funzione notte e giorno a Napoli. Anche l’unità di terapia intensiva coronarica è stata per un giorno intero col fiato sospeso per un malato vittima di infarto con febbre e polmonite poi risultato negativo. L’ospedale non può fermarsi. 

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Al trauma center le attività di bonifica e sanificazione dell’area si sono protratte per l’intero pomeriggio di ieri ed è intervenuta l’Asl per i necessari controlli su possibili contatti con altro personale al fine di interrompere l’eventuale catena di contagio. «Questi casi - spiega il direttore generale Giuseppe Longo - rientrano nel novero della attuale situazione. È bene chiarire che l’attività del Trauma center non è interrotta, prosegue regolarmente in un’altra area del Padiglione emergenza. Ancora una volta voglio ringraziare i nostri medici, infermieri, operatori socio sanitari e più in generale tutto il personale per il grande sacrificio che sta sostenendo e per la professionalità con la quale il Cardarelli sta rispondendo all’onda d’urto generata da questo virus». È poi il direttore sanitario Giuseppe Russo a rinnovare l’appello a tutti i cittadini a non recarsi in ospedale se non per emergenze indifferibili e a restare il più possibile a casa. Ma da questo punto di vista la paura è tale che molti pronto soccorso sono pressoché deserti. 
 

 

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Tuttavia il personale in prima linea invoca modifiche alle regole stabilite a livello nazionale che prevedono, per effettuare controlli e tamponi, che siano presenti sia i sintomi (come febbre e tosse) che il contatto con un collega o un paziente positivo al virus. La stessa società scientifica di infettivologia ha diramato in merito una nota indirizzata agli organi ministeriali e regionali. Anche da alcuni sindacati della dirigenza medica come la Cimo chiedono che i dispositivi come mascherine e guanti siano indossati sempre e comunque durante i turni. L’Anaao intanto, sotterra l’ascia di guerra e tira il freno alla mobilitazione dischiarata nei giorni scorsi. In subbuglio ieri anche il Santobono dove un medico del laboratorio Otorino, accusando sintomi ma non avendo l’indicazione dei contatti a rischio, si è sottoposto volontariamente al tampone e al test privatamente. Risultato positivo è scattata la bonifica dell’ambulatorio ma in base alle regole non avrebbe dovuto comportarsi così. Si è mossa la Asl che ha fermato l’attività del laboratorio privato che effettua tamponi a domicilio (con tutti i dispositivi di protezione certificati) in attesa che vi sia una direttiva nazionale in materia. Ad essere eccepito non è il rispetto dei requisiti di qualità della struttura accreditata con il servizio sanitario nazionale ma il fatto che al momento la sola struttura inserita nella rete nazionale è il Cotugno che ha quindi la possibilità di inserire i dati nel flusso ufficiale della Protezione civile. 
 

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All'Ospedale del Mare il personale in prima linea è costretto a fare i conti con il virus. Tra una decina di casi sospetti identificati negli ultimi giorni alcuni di essi sono risultati positivi al Covid e trasferiti dall’area a isolamento (ricavata in alcune stanze a latere del box per i codici verdi del pronto soccorso) al Cotugno. Tra gli altri presidi ospedalieri della Asl il San Paolo è quello dove si registrano le maggiori difficoltà per la cronica carenza di personale aggravata dalla quarantena di una unità medica. Al Pellegrini sono stati acquisiti i tamponi per effettuare eventuali prelievi e anche i dispositivi individuali di protezione. Così anche al San Giovanni Bosco dove al pronto soccorso gli utenti sono diventati improvvisamente tutti disciplinati.
 

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