Covid in Campania, il pasticcio “Sinfonia”: l'app non funziona ​e i negativizzati restano in quarantena

Covid in Campania, il pasticcio “Sinfonia”: l'app non funziona e i negativizzati restano in quarantena
di Adolfo Pappalardo
Sabato 18 Dicembre 2021, 00:00 - Ultimo agg. 17:24
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«Un milione di cittadini prigionieri per il malfunzionamento di Sinfonia», è l’allarme di ieri mattina dei medici di base riferendosi alla piattaforma che registra quarantene, contagi e guarigioni da Covid. Tutti i tracciamenti, insomma. Poi nel pomeriggio la Soresa, chiarisce come il problema è riferibile ai soli utenti medici «che utilizzano per i propri dispositivi mobile sistemi operativi Android». Ovvero circa il 40 per cento degli oltre 3600 medici di base campani. Anche se è corsa per risolvere il disservizio per cui è necessario un aggiornamento dei software. 

«Un milione di cittadini rischia di restare prigioniero di ingiuste quarantene a causa di un malfunzionamento di Sinfonia della Regione Campania», puntano il dito i medici della Federazione italiana di medicina generale (Fimmg) che, per voce dei rappresentanti territoriali della Campania Luigi Sparano e Corrado Calamaro, chiedono «un immediato intervento affinché la situazione torni alla normalità». «Ormai da giorni - spiega Calamaro - la piattaforma non dialoga più con le applicazioni per smartphone Android, rendendo impossibile per noi medici di famiglia provvedere alle registrazioni di positività o di avvenuta guarigione quando non siamo a studio». Un problema, sottolinea Fimmg, «non da poco, visto che da quelle registrazioni dipende la libertà degli assistiti di uscire di casa, o la possibilità di assentarsi legittimamente da lavoro per una positività, per non parlare del rischio altissimo connesso all’esigenza di tracciare i contagi e limitare la diffusione del contagio in un momento di picco come quello attuale». Il collega Sparano invece osserva che «la nostra regione ha giustamente fatto dell’efficienza tecnologica un vanto ma ora nonostante le nostre segnalazioni rischia di cadere su un problema che tutto sommato si potrebbe risolvere facilmente. Trovo assurdo che si metta a rischio la salute pubblica per una app che non funziona». I due medici mettono poi, nero, su bianco i numeri del disguido tecnico: «Ad oggi sono circa 1.500 i medici di famiglia che non riescono a connettersi con la piattaforma Sinfonia quando non si trovano nel proprio studio.

Un numero enorme che crea un rischio altrettanto grave di farsi scappare di mano la gestione dei pazienti Covid».

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«Gli eventuali disservizi riscontrati sono limitati ai soli utenti che utilizzano per i propri dispositivi mobile sistemi operativi Android. In queste ore si è provveduto ad un necessario aggiornamento per l’applicazione e si è in attesa dell’ok definitivo dello Store Google: eventuali disservizi momentanei, in corso di risoluzione, impattano su un numero ridotto di cittadini campani», minimizza in una nota la Soresa, società regionale per la sanità della Campania che parla di un problema che riguarda solo il 40 per cento dei medici. E solo sul telefonino dei medici stessi perché i dati sarebbero comunque disponibili nei computer delle Asl. «Le informazioni gestite dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta mediante l’applicazione e che coinvolgono i soggetti affetti da Covid sono inerenti agli esiti dei tamponi effettuati dagli stessi, al monitoraggio di isolamenti-quarantene e alle nuove guarigioni. E’ utile evidenziare, inoltre, come - dicono sempre dalla Soresa - le informazioni relative agli esiti dei tamponi molecolari e antigenici effettuati dai propri assistiti sono comunque visualizzabili dagli stessi mediante l’utilizzo della App eCovid o degli ulteriori strumenti ministeriali e regionali». Mentre le informazioni inerenti i nuovi soggetti in isolamento-quarantena e le nuove guarigioni, invece, «sono registrate direttamente dalla Asl di appartenenza sull’apposita piattaforma regionale, e comunicate al paziente. Successivamente, tali informazioni sono rese disponibili ai medici di medicina generale e ai pediatri di libera scelta mediante l’app Medici». Senza contare, concludono dalla struttura regionale, come «tutte le informazioni segnalate sono a disposizione della Asl di appartenenza che può provvedere, in ogni caso, a fornirle ai medici e ai pediatri».
 

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