Appena il 3% degli anziani a rischio ha aderito alla campagna invernale di vaccinazione per il Covid. I dati della Campania mostrano un flop clamoroso in un contesto nazionale già mediocre. A pubblicare i dati è la fondazione Gimbe di Nino Cartabellotta e già questa è, per certi aspetti, una cattiva notizia. Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) ha pubblicato a fine gennaio il rapporto sulla campagna vaccinale anti Covid in corso tra gli anziani e l’Italia è nel gruppo di sei paesi, su trenta, che non ha comunicato nulla.
Anche la Germania non ha fornito dati e così la Svezia, nonostante l’Ecdc abbia sede nella periferia Nord di Stoccolma.
Il rapporto distingue per tre fasce di rischio in base all’età: sessantenni, settantenni e over 80. La classe più a rischio è ovviamente quest’ultima e infatti dei 4.000 decessi da Covid che si sono registrati in Italia da settembre 2023 a oggi oltre otto su dieci riguardano gli ultra ottantenni. Ebbene: la campagna di vaccinazione partita il 26 settembre 2023 3 promossa dal ministero della Salute con i nuovi vaccini adattati alla variante Omicron XBB.1.5 ha raggiunto soltanto il 14,4% degli over 80.
La copertura scende all’11% tra i 70-79enni e al 5,7% nella popolazione di 60-69 anni. Nel confronto europeo relativo agli over 80 c’è un solo paese che ha raggiunto una copertura pressoché completa, la Danimarca, con l’88,2%. Ce ne sono sette con coperture intorno al 60%, tra i quali la Spagna a 61,5%, poi l’Islanda al 46,2% e a Francia al 34,6%. Un nutrito gruppo di quattordici Paesi o ha valori prossimi al 14% italiano oppure come nel caso di Polonia, Bulgaria, Ungheria e Romania prossimi a zero.
Tra le regioni italiane, sempre con riferimento alla fascia più fragile e cioè la popolazione con oltre 80 anni d’età, nessuna raggiunge il livello francese con la prima, la Toscana, al 26,3%. Pur in questo quadro non esaltante, emerge un evidente differenziale di passo fra Nord e Sud vist che la migliore delle regioni meridionali, la Puglia, è sotto la media nazionale al 10,9%. La Campania è nel terzetto di coda con il 3,8%. Peggio fanno soltanto Calabria (3,2%) e Sicilia (1,9%). Il terzetto di coda si ritrova identico anche per le altre fasce d’età con la Campania al 3,3% di copertura nelle vacinazioni anti-Covid dei 70-79enni e all’1,3% per i 60-69enni.
«Le coperture vaccinali per le tre fasce di età nelle Regioni italiane – commenta Cartabellotta – ripropongono la “frattura strutturale” Nord-Sud che caratterizza il nostro Servizio sanitario nazionale: le Regioni meridionali non solo si trovano al di sotto della media nazionale, ma sono tutte a fondo classifica con coperture vaccinali simili a quelle dei paesi dell’Europa orientale». Secondo il presidente di Gimbe, «considerata l’efficacia dei vaccini nel prevenire la malattia grave e la mortalità negli anziani e nei fragili, è legittimo ipotizzare che una parte degli oltre 4.000 decessi riportati nel periodo considerato poteva essere evitato, in particolare tra gli over 80».
«Purtroppo – conclude Cartabellotta – al fenomeno della “stanchezza vaccinale” e alla continua disinformazione sull’efficacia e sicurezza dei vaccini, si sono aggiunti vari problemi logistico-organizzativi: ritardo nella consegna e distribuzione capillare dei vaccini, insufficiente e tardivo coinvolgimento di farmacie e medici di famiglia, mancata chiamata attiva dei pazienti a rischio, criticità tecniche nei portali web di prenotazione. Inoltre della campagna vaccinale anti-Covid le istituzioni centrali hanno parlato poco e “a bassa voce”, peraltro disturbata dal rumore di fondo di quei politici che hanno alimentato la sfiducia nei vaccini per non perdere il consenso della frangia no-vax».