Covid, vaccinazioni flop: Campania ferma al 3%

La denuncia della fondazione Gimbe: «Colpa di stanchezza e disinformazione»

Covid, vaccinazioni flop Campania ferma al 3%
Covid, vaccinazioni flop Campania ferma al 3%
Marco Espositodi Marco Esposito
Venerdì 2 Febbraio 2024, 23:52 - Ultimo agg. 5 Febbraio, 07:02
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Appena il 3% degli anziani a rischio ha aderito alla campagna invernale di vaccinazione per il Covid. I dati della Campania mostrano un flop clamoroso in un contesto nazionale già mediocre. A pubblicare i dati è la fondazione Gimbe di Nino Cartabellotta e già questa è, per certi aspetti, una cattiva notizia. Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) ha pubblicato a fine gennaio il rapporto sulla campagna vaccinale anti Covid in corso tra gli anziani e l’Italia è nel gruppo di sei paesi, su trenta, che non ha comunicato nulla.

Anche la Germania non ha fornito dati e così la Svezia, nonostante l’Ecdc abbia sede nella periferia Nord di Stoccolma.

Fatto sta che Gimbe ha coperto il buco informativo: «Abbiamo realizzato un’analisi indipendente - spiega Cartabellotta - utilizzando i dati nazionali ufficiali sulle coperture per valutare il posizionamento dell’Italia rispetto ai 24 paesi europei inclusi bel report dell’Ecdc, oltre che per effettuare un confronto tra le regioni italiane». 

Il rapporto distingue per tre fasce di rischio in base all’età: sessantenni, settantenni e over 80. La classe più a rischio è ovviamente quest’ultima e infatti dei 4.000 decessi da Covid che si sono registrati in Italia da settembre 2023 a oggi oltre otto su dieci riguardano gli ultra ottantenni. Ebbene: la campagna di vaccinazione partita il 26 settembre 2023 3 promossa dal ministero della Salute con i nuovi vaccini adattati alla variante Omicron XBB.1.5 ha raggiunto soltanto il 14,4% degli over 80.

La copertura scende all’11% tra i 70-79enni e al 5,7% nella popolazione di 60-69 anni. Nel confronto europeo relativo agli over 80 c’è un solo paese che ha raggiunto una copertura pressoché completa, la Danimarca, con l’88,2%. Ce ne sono sette con coperture intorno al 60%, tra i quali la Spagna a 61,5%, poi l’Islanda al 46,2% e a Francia al 34,6%. Un nutrito gruppo di quattordici Paesi o ha valori prossimi al 14% italiano oppure come nel caso di Polonia, Bulgaria, Ungheria e Romania prossimi a zero.

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Tra le regioni italiane, sempre con riferimento alla fascia più fragile e cioè la popolazione con oltre 80 anni d’età, nessuna raggiunge il livello francese con la prima, la Toscana, al 26,3%. Pur in questo quadro non esaltante, emerge un evidente differenziale di passo fra Nord e Sud vist che la migliore delle regioni meridionali, la Puglia, è sotto la media nazionale al 10,9%. La Campania è nel terzetto di coda con il 3,8%. Peggio fanno soltanto Calabria (3,2%) e Sicilia (1,9%). Il terzetto di coda si ritrova identico anche per le altre fasce d’età con la Campania al 3,3% di copertura nelle vacinazioni anti-Covid dei 70-79enni e all’1,3% per i 60-69enni.

«Le coperture vaccinali per le tre fasce di età nelle Regioni italiane – commenta Cartabellotta – ripropongono la “frattura strutturale” Nord-Sud che caratterizza il nostro Servizio sanitario nazionale: le Regioni meridionali non solo si trovano al di sotto della media nazionale, ma sono tutte a fondo classifica con coperture vaccinali simili a quelle dei paesi dell’Europa orientale». Secondo il presidente di Gimbe, «considerata l’efficacia dei vaccini nel prevenire la malattia grave e la mortalità negli anziani e nei fragili, è legittimo ipotizzare che una parte degli oltre 4.000 decessi riportati nel periodo considerato poteva essere evitato, in particolare tra gli over 80». 

«Purtroppo – conclude Cartabellotta – al fenomeno della “stanchezza vaccinale” e alla continua disinformazione sull’efficacia e sicurezza dei vaccini, si sono aggiunti vari problemi logistico-organizzativi: ritardo nella consegna e distribuzione capillare dei vaccini, insufficiente e tardivo coinvolgimento di farmacie e medici di famiglia, mancata chiamata attiva dei pazienti a rischio, criticità tecniche nei portali web di prenotazione. Inoltre della campagna vaccinale anti-Covid le istituzioni centrali hanno parlato poco e “a bassa voce”, peraltro disturbata dal rumore di fondo di quei politici che hanno alimentato la sfiducia nei vaccini per non perdere il consenso della frangia no-vax».
 

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