Elezioni a Napoli, scuole in tilt per il maxi ponte. I docenti: «Facciamo la Dad»

La cronaca di Napoli

Elezioni a Napoli, scuole in tilt per il maxi ponte. I docenti: «Facciamo la Dad»
di Paolo Barbuto
Venerdì 1 Ottobre 2021, 23:35 - Ultimo agg. 3 Ottobre, 08:14
4 Minuti di Lettura

Da ieri la maggior parte degli istituti scolastici napoletani è chiuso perché verrà trasformato in seggio elettorale: Le lezioni riprenderanno in alcune scuole giovedì prossimo, in altre venerdì. Da domani la maggior parte dei trasporti pubblici andrà in tilt, fino a mercoledì prossimo, perché un centinaio di addetti Anm è coinvolto nella scadenza elettorale in qualità di rappresentante di lista o di scrutatore. 

Sono i “danni collaterali” da sopportare quando arrivano le elezioni e, se nel caso dei dipendenti Anm si tratta di una giusta e lecita assenza nel rispetto delle norme elettorali che prevedono questa possibilità, la questione delle scuole assume invece contorni differenti.

Un’alternativa all’utilizzo delle scuole è stata offerta da un decreto legge estivo grazie al quale erano stati messi a disposizione dei comuni italiani al voto due milioni di euro «per realizzare sedi alternative agli edifici scolastici da destinare a seggi elettorali, al fine di evitare la sospensione delle attività didattiche». Sono stati 117 i comuni che hanno approfittato della possibilità, comprese Torino, Bologna e la capitale, Roma. Il comune di Napoli non s’è avvicinato all’iniziativa, non ha pensato di poter mettere al sicuro qualche giorno di scuola in più per i ragazzi. A dire la verità in Campania quasi nessuno ci ha pensato, a presentare richiesta solo Senerchia e Roccabascerana nell’Avellinese e Praiano, Eboli e Castel San Lorenzo nel Salernitano, poi nessun altro.

Due giorni per l’allestimento dei seggi, poi la domenica e il lunedì delle elezioni, poi il martedì e forse anche il mercoledì per lo spoglio e infine un giorno per la prevista disinfestazione: se tutto andrà bene verranno cancellati sei giorni di lezione dal calendario. Ma, di fronte a una sospensione così lunga (e prevista con largo anticipo) non sarebbe stato opportuno ripristinare qualche giorno di didattica a distanza? Se lo sono chiesto in tanti, soprattutto i genitori dei ragazzi più grandi che non hanno bisogno di sostegno degli adulti per seguire le lezioni al computer. Se l’è chiesto pure il professor Antonio Pescapè, docente da Ingegneria della Federico II, il quale ha condiviso i suoi dubbi sui social. Pescapè ha spiegato che, in occasione della partita Napoli-Spartak dell’altro giorno, sono state imposte limitazioni alla circolazione intorno alla facoltà di Ingegneria che si trova a due passi dallo stadio: in un lampo le lezioni previste per la data del match calcistico sono state spostate e portate online. «Poi ho saputo che i miei figli siccome le scuole saranno seggi elettorali, non andranno in aula e non faranno lezione (nemmeno a distanza) sino a mercoledì prossimo incluso». A questo punto il professor Pescapè si domanda perché non sia stata ripristinata la dad per evitare di perdere lezioni in questi giorni.

La domanda è quella di migliaia di genitori. Le risposte della scuola sono tante, la principale spiega, più o meno, che rimettere in piedi il castello della didattica a distanza solo per qualche giorno sarebbe stato complicato e difficilmente organizzabile.

Lo conferma Valeria Pirone, dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo Vittorino da Feltre di San Giovanni a Teduccio: «Soprattutto per i bambini più piccoli sarebbe stato difficile e avrebbe messo in crisi anche i genitori, ecco perché non s’è pensato alla Dad. Piuttosto - si chiede Pirone - perché non si cercano alternative alle scuole come seggi elettorali? Noi docenti non ci tiriamo indietro, abbiamo una gran voglia di fare lezione: strapparci le aule per le elezioni, soprattutto in questo momento di “rinascita” della scuola, è un grave errore».

© RIPRODUZIONE RISERVATA