Movida a Napoli, interviene il Prefetto: «Ecco le regole: meno caos e più decoro»

Movida a Napoli, interviene il Prefetto: «Ecco le regole: meno caos e più decoro»
di Leandro Del Gaudio
Lunedì 14 Febbraio 2022, 23:50 - Ultimo agg. 16 Febbraio, 07:16
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Si chiude alle due di notte durante i festivi, all’una durante i giorni feriali. A mezzanotte stop alla musica, mentre saranno rafforzati i controlli ai varchi delle cosiddette zone rosse (ma nulla a che vedere con il Covid, ndr), quelle in cui si riversa il popolo della notte per il rito pagano della movida.

Ecco l’ordinanza che disciplina la folla durante il by night, in vigore da oggi o - al massimo - a partire da domani mattina. Sarà uno strumento operativo almeno per i prossimi quattro mesi ed è il primo impianto normativo della cosiddetta movida, anche se - vista la dimensione politica del provvedimento - dovrà essere comunque discussa e ratificata dal Consiglio comunale, al termine del doveroso confronto assembleare tra le forze in campo. Ha da poco ricevuto padre Manganiello ed altre espressioni della società civile di Frattaminore (bombe di camorra in pochi giorni), il prefetto di Napoli Claudio Palomba, quando accetta di fare il punto con il Mattino sull’ordinanza legata alla movida. 


Prefetto, a che punto siamo con l’ordinanza che disciplina la vita notturna a Napoli?
«È pronta e sarà in vigore a strettissimo giro.

Ci siamo confrontati con le esigenze dell’amministrazione comunale, abbiamo preso atto delle osservazioni delle forze dell’ordine, ora tocca al Comune renderla esecutiva. È uno strumento che riempie un vuoto normativo di almeno venti anni, un periodo lunghissimo in cui la città ha oggettivamente cambiato pelle: con abitudini, esigenze economiche, gestione degli spazi e ritualità oggettivamente diverse. Un’ordinanza sindacale, che diventa anche strumento normativo: esecutiva a partire da domani, mentre tocca ora al Consiglio comunale scrivere un regolamento che disciplini in via ordinaria i singoli aspetti, a proposito di spazi e orari, dopo il doveroso confronto delle forze politiche in campo». 

In questi giorni ci sono state svariate anticipazioni, possiamo sapere in che cosa consistono le nuove regole per il popolo della notte?
«Avremo zone dedicate, che ovviamente rispecchiano i punti più critici, quelli conosciuti come zona dei Baretti (tra Chiaia, Vomero e Coroglio), ma anche i Decumani e altre porzioni del centro storico. L’ordinanza dispone lo stop alla musica a mezzanotte, mentre la chiusura dei locali è prevista all’una di notte durante i giorni feriali e alle due durante i festivi».

Basterà per coniugare divertimento gentrificato e diritto alla quiete di residenti e lavoratori? Basterà a evitare episodi di violenza dinanzi a migliaia di persone?
«In questi giorni ci sono state missioni a Roma, per affrontare la questione della manutenzione delle videocamere esistenti. Lavoriamo gomito a gomito con i tecnici del ministero dell’Interno, grazie all’intervento del ministro Lamorgese e dello stesso capo di polizia Giannini. È ovvio che nei giorni caldi, bisognerà dispiegare forze dell’ordine ai varchi delle zone interessate, garantire la presenza fisica di divise nelle cosiddette aree del divertimento (come per altro sta avvenendo grazie alla dedizione di forze dell’ordine e polizia municipale a cui va il mio ringraziamento)».

Si parla tanto di delocalizzazione della movida, eppure investimenti su questo fronte non ce ne sono. Cosa risponde a chi si dice pronto a lasciare Chiaia per il Molo San Vincenzo, purché si creino le condizioni?
«Rispondo che oggi abbiamo uno strumento. Abbiamo fatto un primo passo, mentre so che ci sono delle consultazioni in corso con le forze produttive della città per creare uno sbocco diverso o alternativo alle zone dedicate. Oggi cerchiamo di colmare un vuoto lungo venti anni, ma siamo solo al primo passo».

Tra dieci anni, come immagina Napoli e le sue zone di incontro?
«Mi auguro che tra dieci anni, Napoli possa contare almeno un paio di scudetti in più... battute (e scaramanzia) a parte, mi auguro di aver contribuito assieme agli altri attori politici e amministrativi a creare le condizioni per una nuova industria del tempo libero, del relax e del divertimento».

A cosa fa riferimento?
«Tra dieci anni, spero che ci sia la possibilità di incontrarsi di notte, nei nostri meravigliosi musei (o spazi monumentali); magari andare ad assistere a spettacoli teatrali fino a tarda notte o a concerti in luoghi attrezzati e non improvvisati; rimanere ad ascoltare musica in punti in cui non si rischia di offendere il diritto alla quiete di tanti nuclei familiari. Ecco mi auguro che a partire da domani, ci sia una inversione di tendenza in grado di garantire un volto diverso alla cultura del divertimento notturno: meno chiasso, più emozioni; meno caos, più vita; meno disordine sociale, più economia». 
 

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