Napoli, Di Maio davanti a tutti l’effetto Bassolino non si vede

Napoli, Di Maio davanti a tutti l’effetto Bassolino non si vede
di Paolo Mainiero
Sabato 10 Ottobre 2015, 23:35
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Movimento Cinque Stelle primo partito, Luigi Di Maio l’avversario da battere. Bene Gianni Lettieri (meglio di Mara Carfagna), non bene il centrodestra. Va male il centrosinistra, Antonio Bassolino non sfonda. Luigi de Magistris tiene ed è più che mai in gioco. È il quadro che emerge dal sondaggio Ipr-Marketing per Il Mattino.



Manca ancora molto alle elezioni ma la gara per Palazzo San Giacomo è già iniziata ed è quanto mai incerta.



Gli elementi di riflessione sono molteplici. Uno su tutti riguarda gli schieramenti tradizionali: centrosinistra e centrodestra non monopolizzano più lo scenario, anzi i candidati «liberi» dai partiti appaiono più competitivi: è il caso del grillino Di Maio e di de Magistris ma pure di Gianni Lettieri che ottiene un gradimento maggiore se sondato come indipendente.



Antonio Bassolino non sfonda, anzi alla domanda se si è favorevoli o contrari alla sua candidatura il 70 per cento si dice contrario e di questo 70 per cento il 47 appartiene a elettori del Pd. Il sondaggio prende in considerazione quattro scenari con cinque nomi e una «ics».



La «ics» riguarda il Movimento Cinque Stelle. Il candidato sondato è Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera e secondo molti osservatori destinato ad assumere la leadership del movimento. Di Maio è un candidato che piace, che riscuote consensi, ma non è scontato che sarà lui a scendere in campo perchè i Cinque Stelle hanno regole molto precise nella selezione dei candidati e le regole prevedono che chi ha già un incarico non può concorrere a un altro e prevedono anche che la scelta del nome è affidata alla rete.



Dunque, ecco la «ics», il candidato anonimo. Per il centrosinistra e il Pd è stato sondato Bassolino, che non ha mai detto che sarà della partita ma che si muove come chi è pronto a scendere in campo e attende solo il momento giusto, cioè che il partito indichi la data delle primarie. Altri due nomi sono quelli di Luigi de Magistris e Gianni Lettieri. Il sindaco è già in campagna elettorale, è già in fase avanzata nella organizzazione delle sue liste.



Così può dirsi anche per Lettieri, suo avversario cinque anni fa. L’imprenditore si candida - ci tiene a precisare - alla testa di liste civiche. Se poi il centrodestra intende sostenerlo, benvenga. Un’alternativa a Lettieri è Mara Carfagna, sollecitata da Silvio Berlusconi che la ritiene un nome competitivo, una proposta giovane e in grado di interpretare l’ansia di rinnovamento: ma l’ex ministro ha più volte fatto capire di non essere interessata.



Le intenzioni di voto raccolte da Ipr-Marketing dicono che Di Maio è il candidato più forte. O, meglio, dicono che con Di Maio in campo i grillini vanno sicuramente al ballottaggio come primi (30 per cento). Il suo avversario sarebbe Lettieri (26). Terzi ex aequo (al 21) Bassolino e de Magistris. Premesso che alle elezioni mancano ancora otto mesi, va detto che tra i candidati le distanze non sono abissali: pochi punti separano l’uno dall’altro, con l’eccezione del solito Di Maio che in un secondo scenario, quello con la Carfagna al posto di Lettieri, distanzia l’ex ministro del centrodestra di sette punti (31 a 24). Ma in questo caso de Magistris sarebbe terzo da solo con Bassolino ultimo.



Il terzo e il quarto scenario cambiano il quadro perchè non c’è Luigi Maio ma mister (o miss) «ics». In entrambi i casi ad andare al ballottaggio, ma da primo, è il candidato del centrodestra, che sia Gianni Lettieri (28 per cento) o Mara Carfagna (26). Cambia però il competitor: al secondo turno arriverebbe de Magistris che nelle intenzioni di voto stacca Bassolino di un paio di punti. Solo ultimo sarebbe il candidato (oggi anonimo) del Movimento Cinque Stelle.



È un dato che potrebbe far riflettere i grillini: è possibile che per le comunali a Napoli (e a Roma) si faccia un’eccezione alla regola per mettere in campo il candidato più forte? Alla domanda prova a rispondere il sondaggio: il 44 per cento del M5S sceglierebbe un nome già conosciuto; il 40 intende seguire la strada maestra delle consultazioni in rete. Fra l’altro, va sottolineato un altro dato: se valutato come indipendente dai partiti Gianni Lettieri va anche meglio toccando il 35 per cento e addirittura c’è una percentuale (il 20) di elettori che lo vedrebbe bene anche come candidato del centrosinistra. Non sfugge, infine, un altro elemento: in nessuno dei quattro scenari ipotizzati da Ipr-Marketing Bassolino va al ballottaggio. Un risultato che a sentire il direttore di Ipr Antonio Noto è dovuto alla debolezza del Pd ma anche ai dubbi, in particolare nel partito, di un ritorno in campo dell’ex sindaco e ex governatore. Va anche detto che mentre de Magistris e Lettieri ormai da mesi sono in campagna elettorale e mentre la Carfagna e Di Maio godono di una vetrina mediatica nazionale, l’ex presidente della Regione sconta una lontananza di almeno sei anni dalla politica attiva. Insomma, parte in ritardo rispetto agli altri candidati sondati. Gli scenari sono comunque tutti molti aperti (solo il 56 per cento dichiara che andrà certamente a votare). Intanto, per restare al Pd e al centrosinistra va sciolto il nodo più grande. Come sarà scelto il candidato a sindaco?



Con le primarie (e quanto prima) come incalza Bassolino? O con una scelta concordata su un nome? Il sondaggio pone la domanda agli elettori di centrosinistra e la risposta non lascia spazio ai dubbi: il 64 per cento vuole che il candidato sia scelto con le primarie, il 29 preferirebbe un accordo tra i vari partiti, il 7 non ha un’opinione. La spiegazione è scontata: gli elettori vogliono contare, non intendono più delegare, chiedono di partecipare alla selezione della classe dirigente.



Anzi, pur non essendo stato oggetto del sondaggio, Noto osserva che le primarie sarebbero gradite anche agli elettori del centrodestra. C’è un motivo dietro questa voglia di partecipare e di scegliere: le elezioni comunali non sono le politiche, il voto è più diretto. Non è un caso che le amministrative fanno registrare un’alta percentuale di voto disgiunto. È un aspetto che il sondaggio di Ipr-Marketing prende in considerazione.



Con esiti significativi. Il primo: Luigi Di Maio è il più trasversale, intercetta il 25 per cento degli elettori di centrosinistra, il 26 degli elettori di centrodestra, il 4 di de Magistris. Lo stesso sindaco va oltre il suo bacino pescando molto nel centrosinistra (il 21 per cento) e abbastanza tra i grillini (il 14,2). Da analizzare il caso di Gianni Lettieri: l’imprenditore ha il suo zoccolo duro nel centrodestra (il 63,6 per cento del suo elettorato) ma raccoglie consensi anche tra gli elettori del centrosinistra (il 12,3). Lettieri è l’unico che non pesca nel bacino di de Magistris ma in compenso è, tra i candidati sondati da Ipr, colui che appare il più gradito tra gli elettori che votano solo i sindaci e non i partiti (il 37,7).



Insomma, Lettieri è considerato più un esponente della società civile che un politico. E in tale categoria va tutto sommato annoverato anche de Magistris: il 28,9 per cento lo voterebbe a prescindere dai partiti. Bassolino è in totale controtendenza: il 36 per cento del suo elettorato è di centrosinistra mentre pesca poco nel centrodestra (il 2) e non tantissimo nel bacino di de Magistris (5,3) o dei Cinque Stelle (6,8). In definitiva, la partita napoletana è tutta aperta e non c’è un candidato o una coalizione che sovrasti un altro.



E appare scontato (ma si sapeva) un altro dato: la corsa per Palazzo San Giacomo si deciderà al ballottaggio e in questo senso la scelta del candidato risulta ancora più determinante.
I ballottaggi sono un’altra elezione e i precedenti dicono che si parte da zero. Emblematiche sono proprio le comunali del 2011: cinque anni fa de Magistris vinse sovvertendo un pronostico che lo vedeva battuto nei confronti di Lettieri.
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