Napoli: studentessa esclusa dal Vico, il Tar “boccia” la scuola

La sedicenne Ilenia Fariello potrà frequentare il quarto anno del liceo classico

Il liceo Vico
Il liceo Vico
di Mariagiovanna Capone
Mercoledì 9 Agosto 2023, 00:00 - Ultimo agg. 10 Agosto, 07:22
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Il liceo Vico fa un passo indietro. Ilenia Fariello da settembre potrà frequentare il quarto anno del classico quadriennale con una doppia vittoria: la prima dal punto di vista legale, con la sentenza della sezione quarta del Tribunale Amministrativo della Campania che ha accolto il ricorso dei genitori; la seconda con la disposizione della dirigente Maria Clotilde Paisio visto il parere del direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale Ettore Acerra del 4 agosto, cioè subito dopo l’intervento del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, profondamente colpito dalla contorta vicenda burocratica denunciata dalle pagine de Il Mattino. 

Sul volto della sedicenne torna finalmente il sorriso dopo quasi due mesi di stress e tensione. Infatti, dopo gli scrutini, in cui Ilenia ha brillato con una media di 9,38 e conseguente ammissione alla quarta e ultima classe del suo percorso didattico, la giovane aveva ricevuto una raccomandata dalla dirigente in cui le veniva comunicato che da settembre sarebbe passata alla quarta classe del corso quinquennale perché troppo giovane per iscriversi al quadriennale. L’errore, commesso e ammesso dalla scuola, sarebbe avvenuto al momento dell’iscrizione (gennaio 2020) ma rilevato solo tre anni dopo, causando quindi uno choc emotivo e psicologico alla ragazza che ha vissuto questa decisione inattesa come una bocciatura.

Sul caso è intervenuto pochi giorni fa il ministro Valditara che ha immediatamente assicurato che sarebbe stato tutelato il percorso scolastico di Ilenia, e ha chiesto al direttore Acerra anche una verifica su chi ha causato il pasticcio burocratico, promettendo che avrebbe preso provvedimenti. La famiglia Fariello nel frattempo si era affidata a un legale per far valere i diritti della figlia. E così, in contemporanea, mentre il Tar si è espresso in loro favore e ha condannato «le Amministrazioni soccombenti» al pagamento di 1.500 euro e spese legali, la dirigente Paisio dopo il parere dell’Usr ha tenuto presente anche «il principio generale dell’affidamento a terzi in buona fede, che trova la sua base non solo nel codice civile, ma anche in significativi pronunciamenti della Corte Costituzionale» proprio come richiamato da Acerra nel suo parere.
 

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