Napoli, Della Posta (Invimit): «Mann-Galleria Principe un nuovo polo turistico»

Napoli, Della Posta (Invimit): «Mann-Galleria Principe un nuovo polo turistico»
di Luigi Roano
Sabato 16 Aprile 2022, 23:45 - Ultimo agg. 17 Aprile, 18:09
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Giovanna Della Posta - amministratore delegato di Invimit Sgr - che valore ha l’accordo sul patrimonio firmato con il Comune di Napoli non solo dal punto di vista finanziario ed economico?
«L’accordo firmato ha innanzitutto il valore della concretezza, arriva poco dopo la firma del “Patto per Napoli” con il presidente Draghi. È la conferma che il Patto non è solo una dichiarazione, è un fatto. È anche la conferma che lo Stato c’è, è al fianco degli amministratori che vogliono cambiare le sorti delle città, noi seppure con la nostra autonomi gestionale, rappresentiamo il Mef». 

Il Comune è gravato di 5 miliardi di debiti, l’accordo con Invimit è funzionale anche al “Patto per Napoli” quando nelle casse del Comune entreranno soldi dalla leva del patrimonio?
«Una prima data è entro luglio 2023, ma “entro” è la parola chiave. Faremo di tutto per raggiungere l’obiettivo prima. Una volta fatto il primo conferimento al Fondo Napoli, vedrete che i successivi saranno più semplici e i tempi saranno anche più ridotti. Ma l’invito è a spostare l’attenzione da quando entreranno le risorse economiche al come. La scelta di creare un fondo immobiliare sottolinea la visione e la lungimiranza del sindaco Manfredi, ma anche degli assessori Baretta e Lieto. Un Fondo è una maratona, e per vincerla bisogna avere un approccio di lungo periodo. Gli immobili, una volta conferiti al Fondo, vanno lavorati e va identificata la migliore strategia di valorizzazione. Il valore di un immobile non è un mero calcolo, è la comprensione delle sue potenzialità». 

Lei è napoletana del quartiere Tribunali, una manager di successo: come si considera un cervello in fuga dalla sua città o cosa?
«Sì sono napoletana, nata e cresciuta nel centro storico, in uno dei vicoli di via dei Tribunali.

Conosco bene le complessità e le fragilità di Napoli, ma anche i suoi punti di forza, la capacità di resistere anche in contesti difficili. Non sono un cervello in fuga, anzi. Mi sono laureata a Napoli, ma mi sono specializzata all’estero, ad Harvard, dove ho conseguito il diploma in General Management. Ma sono andata lì per apprendere dai migliori a livello internazionale, per poi tornare in Italia ed essere il miglior manager che potessi diventare. E ora a Napoli è solo un ulteriore modo per restituire al mio Paese e alla mia città quello che mi ha dato, sono io in debito con Napoli». 

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Torniamo alla solidità del mattone: lei ha dichiarato in conferenza stampa che il valore aggiunto del patrimonio del Comune è la bellezza di Napoli. Cosa significa concretamente?
«Il territorio è un elemento fondamentale, un bellissimo immobile in una zona abbandonata non è un target di investimento. Un immobile, anche ridotto male, in una zona attrattiva, è un target. Napoli ha dalla sua una dote di nascita la sua bellezza. Ma noi dobbiamo metterci impegno per trasformare questa dote in un fattore di successo». 

Che tipo di investitori può essere interessato al patrimonio immobiliare di Napoli? Ha già un’idea data la sua esperienza?
«Sull’Italia c’è grande attenzione degli investitori, e la scelta di avvalersi di Invimit va anche in questa direzione. Nell’ultimo triennio abbiamo decuplicato le transazioni rispetto al triennio precedente, abbiamo aperto le porte agli investitori istituzionali che anziché comprare immobili comprano quote di Fondi immobiliari. Significa spostarsi su un mercato dei capitali che una volta attivato può portare su Napoli ingenti risorse, ben oltre quelle che oggi sono oggetto del primo apporto. Questo primo passo è per dire noi ci siamo, anche Napoli c’è, è pronta ad aprire un tavolo negoziale ma avvalendosi di un soggetto qualificato che nasce proprio per creare questo ponte tra territorio e investitori». 

Cambiamo argomento. Sui fondi del Pnrr, a Napoli e al Sud ne chiedono di più per lo sviluppo; al Nord dicono che al Sud invece se ne danno troppi e che alla fine non producono sviluppo. Che effetto le fa da manager questo tipo di dibattito? 
«Questo è davvero un bel dibattito, da napoletana che vive a Milano è evidente che la forza del Nord in termini di capacità realizzativa è dirompente. Devo però sottolineare che non possiamo più essere un Paese a due velocità, non siamo due cordate che vogliono raggiungere la vetta. La cordata è una, e come i compagni di cordata dobbiamo supportarci a vicenda specie quando la salita si fa più ripida». 

Ancora sul patrimonio: tra i cespiti che Invimit ha selezionato c’è la Galleria Principe e anche il deposito Anm di Posillipo. Fosse un investitore come utilizzerebbe questi due beni per valorizzarli? 
«Entrambi hanno enormi potenzialità. La Galleria Principe è di fronte al Museo, come non immaginare un “fuori Museo”, un prolungamento delle mostre ed esposizioni. Il deposito Anm ha dalla sua di essere in una zona di Napoli tra le più belle e attrattive ed essendo un ex deposito si presta ad essere ripensato totalmente. Stiamo studiando i possibili scenari e definito quello più coerente con gli obiettivi del Comune lo presenteremo».

Siamo alla fine della chiacchierata. Napoli è la sua città e vive momenti tormentati: dovesse chiedere due cose al sindaco Manfredi sul miglioramento dei servizi cosa chiederebbe?
«Più che chiedere al sindaco, io chiederei due cose ai napoletani. La prima, di contribuire al “Patto per Napoli” pensando alle piccole cose, ai piccoli gesti che se però li facciamo tutti consentono al sindaco di procedere più velocemente verso gli obiettivi che ci siamo dati. La seconda è di riflettere sull’opportunità che questa amministrazione sta creando per Napoli, sono persone che hanno lasciato le loro città e i loro incarichi per innescare questo cambiamento. È raro che ciò accada, quindi cogliamo l’occasione al volo. Noi, insieme, possiamo e dobbiamo desiderare una Napoli risanata dai suoi debiti, che significa poter offrire servizi di qualità, renderla sempre più accogliente. Però al sindaco dico quello che dico a tutti i sindaci che incontro, investire sulla scuola. I nostri figli dovranno poter competere a livello internazionale, e vorrei che fossero loro a continuare questo percorso di valorizzazione». 

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