«Le prove ci sono a sufficienza. È indubbio che prenderemo provvedimenti sul comportamento scorretto dei custodi». L’assessore allo Sport del Comune di Napoli, Ciro Borriello, promette sanzioni disciplinari durissime per chi ha permesso un party privato alla piscina Scandone nei giorni antecedenti a ferragosto. Prove inoppugnabili, arroganza di chi crede di poter fare uso privato della cosa pubblica. E così accade che qualche giorno fa un gruppo di persone abbia pensato bene di utilizzare la piscina di viale Giochi del Mediterraneo come struttura privata con tanto di tavolata post bagno e un barbecue a fare bella mostra di sé pronto all’uso. Tutto provato, tutto documentato e postato sui social dagli stessi protagonisti della festa improvvisata.
Ciò ha causato l’indignazione dei cittadini con la denuncia del consigliere regionale di Europa verde Francesco Emilio Borrelli. «Abbiamo chiesto al Comune e alla direzione di verificare e far partire un’indagine interna.
Informato il Comune di Napoli, l’assessore Borriello non fa sconti: «Ci sono prove a sufficienza per prendere provvedimenti sul comportamento scorretto dei custodi. Prenderemo tutte le nostre cautele per censurare tali comportamenti non conformi allo statuto dei lavoratori nei confronti di una proprietà pubblica». Scatta così l’indagine interna. «Non è la prima volta che accade - continua Borriello - ci siamo trovati a censurare comportamenti analoghi nelle scuole. I dipendenti sono stati denunciati, sanzionati, deferiti al consiglio di disciplina ed agli organismi sindacali. Il tema della custodia degli immobili della proprietà pubblica è delicatissimo. Evidentemente nessuno ha spiegato loro le norme regolamentari. C’è arroganza e malcostume, noncuranza e disprezzo del proprio lavoro. Sono cose che non si dovranno ripetere. Del resto non è la prima volta che accade nel patrimonio sportivo della città. Allo stadio Collana qualche anno fa emerse lo scandalo di partite giocate a stadio chiuso con amici fatti entrare da chi aveva le chiavi dell’impianto. E così tanti altri impianti comunali sono stati trattati come cosa privata. Nel caso della Scandone la differenza l’hanno fatta i social. Se non ci fosse stato qualcuno che si è vantato di una operazione del genere, lo Scandalo del party alla Scandone non sarebbe venuto a galla. Ora è necessario un giro di vite nei confronti di chi pensa di poter agire impunemente su una piscina pubblica».