Napoli, preso il killer dei Quartieri Spagnoli: «Ha sparato per uccidere, tentava di vendicarsi»

Ricostruito il raid messo a segno durante la movida una settimana fa

Il luogo del raid
Il luogo del raid
di Giuseppe Crimaldi
Venerdì 24 Febbraio 2023, 23:45 - Ultimo agg. 26 Febbraio, 10:49
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Ha sparato a bruciapelo tra la gente che affollava i tavolini di un bar, nel cuore del centro storico e in piena movida. Voleva vendicarsi, e voleva uccidere chi poco prima aveva “osato” redarguirlo perché stava dando fastidio ad alcuni clienti. Per comprendere quanto possa essere tenuta in conto una vita umana da certa feccia che intossica Napoli e i napoletani, allora bisogna leggere questa storia, magari cominciando dal finale.

Ieri mattina i carabinieri hanno tratto in arresto un 26enne dei Quartieri, Giuseppe Pazzi, personaggio già noto alle forze dell’ordine e a quanto indicano recenti informative di polizia giudiziaria legato al clan camorristico dei Saltalamacchia, che si contende il territorio con il gruppo rivale dei Masiello. E forse non è un caso che la vittima del raid avvenuto nella notte tra domenica 19 e lunedì 20 febbraio scorsi si chiami proprio Masiello, imparentato a noti soggetti malavitosi della zona: il 43enne fu colpito da uno dei due colpi di pistola esplosi a distanza ravvicinata da Pazzi, il quale voleva così vendicarsi dei rimproveri che gli erano stati mossi dopo che aveva tentato, con due amici, di provocare una lite con dei clienti del Bar Plaza che si trova in piazza Montecalvario, di proprietà della moglie dello stesso Masiello.

Grazie a un’indagine-lampo dei carabinieri della compagnia Napoli Centro, il pm della Procura di Napoli Enrica Parascandolo ha emesso nei confronti del 26enne un decreto di fermo che ipotizza nei confronti dell’indagato il reato di tentato omicidio.

Luigi Masiello può dirsi un miracolato: fu centrato alla spalla sinistra da uno dei due colpi d’arma da fuoco esplosi, sfiorando polmone e cuore. Le indagini dei militari hanno consentito anche di ritrovare e sequestrare in casa dell’indagato, oltre a una rivoltella storica, anche 21 proiettili calibro 9 e calibro 357 magnum. Il 26enne è ora in carcere a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Ma per tornare alle considerazioni iniziali, e per illustrare compiutamente quale sia il quadro di desolazione umana e morale di certi ambienti cittadini, sarà opportuno riportare alcuni passaggi delle indagini della Procura.

Nella immediatezza del fatto i carabinieri si portarono all’ospedale Vecchio Pellegrini, dov’era ricoverato l’uomo ferito. Già dalle prime risposte del 43enne gli investigatori erano riusciti a stringere il cerchio sul presunto sparatore, identificandolo in Giuseppe Pazzi, noto negli ambienti malavitosi dei Quartieri Spagnoli come Peppe ‘o pazzo.

Ulteriori conferme arrivarono poi, poche ore dopo, dall’acquisizione dei filmati di videosorveglianza presenti in zona: quelle registrate innanzitutto dalle telecamere del bar, ma anche quelle della vicina scuola “Paisiello”. In quei fotogrammi si distinguevano le figure dell’arrestato e di due suoi amici, uno dei quali avrebbe passato la pistola al 26enne.

A soli 26 anni Pazzi è già un pluripregiudicato che nel centro storico è noto come una testa calda. Al punto che la stessa vittima dell’agguato, nella immediatezza della sparatoria che terrorizzò decine e decine di clienti presenti ai tavolini della caffetteria, mostrò di temere il soggetto. Pur avendolo identificato, Masiello raccontò ai carabinieri che quel ragazzo «come sanno tutti ai Quartieri, esce ogni sera armato di pistola»; ammettendo poi di temere eventuali ritorsioni e ulteriori vendette, se nel verbale di interrogatorio avesse formalizzato la circostanza di averlo riconosciuto e identificato».

Ma c’è di più. In quello stesso verbale la vittima fa presente che - a causa di una inosservanza all’obbligo di rimanere in casa a quell’ora - di temere conseguenze di natura giudiziaria, che potrebbero riaprirgli le porte del carcere. E dice: «Mettetevi nei miei panni, se dichiaro di aver riconosciuto Pazzi e finisco in carcere vado sicuramente incontro all’ira dei detenuti, che mi riempiranno di botte».Ora le indagini dei carabinieri puntano alla identificazione dei due complici del 26enne.
 

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