DeMa e i nemici immaginari nella città senza un piano

di Vittorio Del Tufo
Venerdì 8 Maggio 2020, 00:00 - Ultimo agg. 07:00
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Diventa quasi stucchevole dover tornare ogni volta sulle ossessioni del sindaco, sui suoi fantasmi, sui suoi nemici immaginari. Tuttavia, confermandosi per l’ennesima volta insofferente alle critiche, allergico ai non adulanti e a ogni forma di controllo del suo operato, De Magistris continua a darcene il destro, sperticandosi in un’assai immaginifica rappresentazione di «sindaco sotto attacco». Intervistato ieri da radio Crc - sul come far ripartire la città, che sarebbe cosa buona e giusta - il sindaco ha ritenuto opportuno polemizzare col giornale della città, il Mattino. Al quale non andrebbe bene, secondo il DeMapensiero, che «ci sia un sindaco che difende la città». E che avrebbe, nientedimeno, rinunciato ai «fatti», alle «notizie», per lasciare spazio a «campagne personali» (chi? come? cosa? quando?) e una «tossicità che può intossicare».

Una simile sciocchezza - che offende soprattutto i lettori del Mattino, trattati da De Magistris come citrulli - ovviamente non meriterebbe nemmeno di essere commentata, se non segnalasse, ancora una volta, il curioso strabismo di un sindaco che trascorre quasi tutto il suo tempo ad azzuffarsi con l’universo mondo, salvo sentirsi sotto assedio - ‘o complotto! ‘o complotto! - quando gli si fanno notare i limiti di un’azione amministrativa puramente mediatica, poco incline, mettiamola così, a misurarsi con la complessità dei problemi.

Immaginiamo che per De Magistris sia un nervo scoperto l’evanescenza che trasuda e tracima dal fortino (assediato) di Palazzo San Giacomo. Lo rivela la sua somma arrabbiatura per un articolo, dai toni piuttosto soft in verità, pubblicato sul Mattino di mercoledì e firmato da Antonio Menna. Articolo nel quale si fa riferimento all’attacco bulimico di presenzialismo mediatico del sindaco, onnipresente su tutti i talk show del Paese, da “Mattino 5” a “Rainews24”, da “Un giorno da pecora” a “Domenica in”, da “Agorà” a “Coffee break”, un sindaco a prova di zapping che cerca di strappare la scena (ma che fatica) al re dei fratacchioni Vincenzo De Luca, protagonista indiscusso di questa stagione così drammaticamente segnata dall’emergenza coronavirus.

Caro sindaco che vede complotti ovunque, dev’esserci un equivoco. Perché al Mattino - anzi alla città - non può che far piacere che lei, il primo cittadino, invada gli schermi e «parli di Napoli al mondo intero» (noi lo facciamo da 128 anni). 

A noi, e alla città, non può che far piacere che il sindaco si faccia intervistare e vada in giro a raccontare la bellezza e il dolore, le richieste e gli affanni, le speranze dei napoletani e i loro sfinimenti. I sacrosanti timori per una pandemia che ha seminato lutti e già ridotto sul lastrico tante famiglie. Che vada in giro a esporre le proprie idee, metterle in circolo, in un rapporto sereno e costruttivo con le idee di tutti. La libera circolazione delle idee è il sale della democrazia e il Mattino, da sempre, è una delle piazze di questa libertà, perché dà e sempre darà la parola a tutti.

Dunque nessun «fastidio», semmai il contrario. A patto però che, tra un’intervista e l’altra, il sindaco della città trovi il tempo per tornare in ufficio e predisporre un piano concreto per la ripartenza della città. Un piano che magari vada un po’ oltre le geremiadi sui “nemici di Napoli”. E affronti - olio di gomito e microfoni spenti - l’enorme complessità del domani che ci attende.

Di questo piano, purtroppo, per ora non c’è traccia. Semplicemente non pervenuto. E questo non lo dice il Mattino, lo dicono gli artigiani, i commercianti, i ristoratori, gli imprenditori finiti sul lastrico, gli operai dei cantieri che non ripartono. Lo dicono i passeggeri dei mezzi pubblici, che avrebbero diritto a non viaggiare a bordo di pattumiere a motore. O le famiglie che vorrebbero riappropriarsi dei parchi pubblici, e li trovano devastati. Lo dicono i cittadini, insomma, che ogni giorno devono fare i conti con una città non amministrata. O amministrata solo mediaticamente.

Dicono tutti: dopo il Covid nulla sarà come prima. Probabile. Per adesso l’unica certezza è che il sindaco di Napoli è rimasto esattamente quello di prima. ‘O complotto! ‘O complotto! Il solito Demagogistris refrattario ai rilievi, insofferente alle critiche. Eternamente concentrato sulle confuse trame che albergano nella sua mente, impegnato in un incessante dialogo con il proprio, sconfinato io. Io, io, io, io. (E curiosamente affiancato, nell’ultima graziosa polemica contro il giornale della città, dall’ex governatore Caldoro, che in queste ore gli ha fatto da sponda riuscendo nell’impresa di far irritare solo i compagni di partito e gli alleati di centrodestra).
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