Anziano ucciso per errore a Portici, inchiesta archiviata: nessun colpevole

Anziano ucciso per errore a Portici, inchiesta archiviata: nessun colpevole
di Carmine Maione
Mercoledì 29 Luglio 2020, 00:00 - Ultimo agg. 14:44
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Dopo un’attesa lunga sei anni per l’omicidio di Mariano Bottari le indagini si concludono con la richiesta di archiviazione da parte del pm notificata agli avvocati dei familiari della vittima. La richiesta inviata al Gip dal pm Alessandra Converso della Dda, pone per ora fine alle speranze dei familiari di Bottari che da anni attendevano che venisse fatta giustizia, in attesa di eventuale opposizione da parte dei legali Maurizio Capozzo e Ciro De Martino, laddove ci fossero i presupposti per procedere. «Valuteremo in questi giorni la proponibilità di una opposizione alla richiesta di archiviazione – dicono i due legali – ma da una prima analisi degli atti abbiamo verificato la mole di lavoro degli investigatori che hanno battuto ogni pista per evitare che questo delitto andasse ad arricchire la schiera dei delitti irrisolti». 

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Si tratta di un’indagine fatta di oltre novemila pagine a dimostrazione della mole di lavoro svolto. Per i familiari della vittima il periodo delle indagini è stato un percorso difficile e di attesa durante il quale non hanno mai smesso di sperare che si facesse luce su quanto accaduto e di ottenere giustizia. Si è trattato di un’indagine inizialmente contro ignoti trasformata successivamente contro persone identificate. Un’indagine complessa e le intercettazioni effettuate hanno dato vita ad altri filoni di indagine per altri reati, ma evidentemente gli elementi emersi non sono stati tali da far ritenere validamente sostenibile l’accusa in dibattimento a carico degli indagati. 

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La famiglia di Mariano Bottari, composta da sei figli, in questi anni si è distinta anche dal punto di vista dell’impegno sociale, specie nel quartiere dove vivono alla periferia di Portici, come racconta il nipote Ciro Iacone. «Ricevere questa notizia non ci ha fatto piacere - dice Ciro Iacone, il 32enne figlio di Rosaria, la terza di sei figli di Mariano Bottari -, speravamo che le indagini portassero ai responsabili. Al contempo abbiamo scoperto il grande impegno della magistratura, che in maniera indiretta rispetto alle indagini che ci riguardavano ha portato a degli arresti per altri reati. Naturalmente non ci fermeremo e abbiamo chiesto agli avvocati di verificare se ci sono le condizioni per fare opposizione. Ho convissuto alcuni anni col nonno e posso dire che i valori che ci ha trasmesso sono quelli dell’onesta, integrità, senso civico e ciò ci ha spinto a non smettere mai di credere nella giustizia. Fin dal primo momento mi sono chiesto cosa poter fare affinché l’omicidio di mio nonno ci desse una spinta verso l’impegno sociale, fino a creare l’associazione dedicata alla sua memoria, intitolata WOW (With or Without) un senso di sfida con o senza l’appoggio degli altri. Un percorso condiviso con tutta la famiglia. Abbiamo allestito un sito web e assegniamo piccole borse di studio grazie ai proventi raccolti per beneficenza. L’evento si svolge ogni anno il 13 giugno, giorno del compleanno del nonno». 

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Sono trascorsi giusto 6 anni dal 28 luglio 2014 quando Mariano Bottari, vittima innocente, perse la vita per colpa di una mano assassina tuttora sconosciuta. Era un giorno come tanti per il 75enne pensionato, che poco dopo le 11 stava rientrando a casa di ritorno dalla spesa e stava percorrendo la strada che collega via Scalea con via Martiri di via Fani. Nella busta della spesa anche i farmaci per la moglie disabile, venuta a mancare due anni fa.
Un percorso che era solito fare quando fu raggiunto da un proiettile sotto l’orbita di un occhio partito dalla pistola di uno dei due malviventi che proprio in quell’istante, sfrecciando a tutta velocità in sella a uno scooter, sparava all’impazzata con l’obiettivo di colpire un imprenditore anch’egli a bordo di una moto. Gli fu fatale un proiettile rimbalzato sull’asfalto che lo colpì sul volto. Per lui non ci fu nulla da fare. Per la famiglia travolta dal dolore sono stati anni tremendi in attesa che venisse dato un nome e un volto all’assassino di Mariano, coltivando un profondo desiderio di giustizia. Ma al momento così non è stato. La speranza ieri si è infranta sulla chiusura delle indagini da parte della Procura della Repubblica di Napoli che ha chiesto di archiviare il caso.

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