Troppi nonni senza vaccino in Campania, l’Asl: 22mila mai prenotati

Troppi nonni senza vaccino in Campania, l’Asl: 22mila mai prenotati
di Ettore Mautone
Martedì 18 Maggio 2021, 23:30 - Ultimo agg. 20 Maggio, 19:55
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Un mese fa le persone residenti a Napoli con più di 80 anni che si erano prenotate sulla piattaforma regionale Sinfonia erano 40.420 a fronte di una popolazione censita in città, nell’annuario Istat, di 63.301 persone. Alle 13 di ieri il dato delle adesioni degli ottuagenari è cresciuto ma di poco arrivando a quota 41.227. Mancano pertanto all’appello ancora 22.074 anziani: è questa la principale fetta del popolo degli invisibili della pandemia a Napoli.

Presupponendo che circa 2 mila di queste persone siano state già vaccinate direttamente, in quanto ospiti delle Rsa (Residenze sanitarie assistenziali) incrociando un’altra voce e senza la preventiva adesione, risultano comunque circa 20 mila anziani residenti a Napoli con più di 80 anni non ancora vaccinati né prenotati.

Sono queste le categorie più a rischio che magati continuano ad ammalarsi rappresentando una parte della quota dei ricoverati nei Covid center. Al netto della volontarietà della vaccinazione, a cui nessuno può obbligare, bisogna tuttavia supporre che buona parte di questi over ottantenni abbiano finora avuto difficoltà a prenotare le punture salvavita e qualcuno dovrebbe iniziare a contattarli per verificarne almeno le intenzioni. 

Un compito non facile e che non può che passare per il rapporto capillare e fiduciario che lega la medicina di famiglia alla popolazione anziana. Di questi dottori del territorio 200 su 550 hanno aderito al piano di immunizzazioni della Asl e attualmente stanno vaccinando a un buon ritmo anziani e fragili non deambulanti a domicilio oltre che le altre categorie presso il proprio studio. Non tutti i pazienti sanno che pur non avendo il proprio medico vaccinatore possono chiedere di passare in carico a un altro dottore. Da circa una settimana è in campo un gruppo di 30 medici di famiglia dedicato a vaccinare anche pazienti di altri colleghi che non hanno aderito al Piano.

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Questi stessi medici, con l’aiuto di qualche unità di segreteria della Asl, si dicono disposti a contattare singolarmente gli anziani che finora non si sono mai fatti vivi per segnalare la loro intenzione di vaccinarsi. Una medicina di iniziative che resta una delle principali prerogative dei livelli di assistenza di prossimità sui territori. Altre strade da percorrere non se ne vedono. Sul dato finale delle vaccinazioni che mancano all’appello per gli anziani bisognerà poi conteggiare la piccola quota di rifiuti e rinunce o rimandi per altre cause che pure entrano nel novero delle sedute vaccinali giornaliere. Nessun problema di rilievo si segnala invece sul fronte delle vaccinazioni praticate al personale sanitario: qui non solo le inoculazioni segnano praticamente il 100 per cento delle adesioni ma queste ultime hanno lasciato fuori poche decine di camici bianchi e operatori che a avario titolo lavorano in Asl e ospedali.

Quindi semmai si tratta di programmare una terza dose allo scadere di 6-9 mesi per i primi vaccinati a dicembre. Per il personale scolastico e gli operatori delle forze dell’ordine le defezioni a monte, di chi non ha inteso aderire a monte per vaccinarsi, sono meno preoccupanti, circa il 10 per cento della platea totale a fronte di 4.610 adesioni registrate per le forze dell’Ordine (vaccinazioni pressoché concluse con una piccola frazione di rinunce e rifiuti) e 22.721 rappresentanti del mondo della scuola e Università (di cui circa l’85 per cento già vaccinato. Chi è rimasto fuori e intende prenotarsi oggi può farlo rientrando nelle fasce di età in corso di vaccinazione sebbene in questo ambito si annidino diverse migliaia di scettici se non proprio no vai che attendono tempi migliori per scoprire la spalla. In altre Asl queste categorie anche se sollecitate a partecipare con la proposta di altri tipi di vaccini (Pfizer e Moderna) si presentano con molta timidezza ai punti vaccinali. 

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