Alfano: la rabbia dell'antiracket è anche la mia un vertice nazionale per la sicurezza in città

Alfano: la rabbia dell'antiracket è anche la mia un vertice nazionale per la sicurezza in città
Domenica 27 Settembre 2015, 03:28
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Adolfo Pappalardo
Nel linguaggio burocratico è un comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza ma in quello politico è un vertice di primo livello, una specie di gabinetto di guerra. Contro la camorra. A convocarlo per martedì al Viminale il ministro degli interni Angelino Alfano. «E in quella sede il problema arriverà in testa alla classificazione delle preoccupazioni del Paese», spiega il ministro alla festa di Scelta Civica di Salerno annunciando: «Lì, a quel tavolo, prenderemo decisioni importanti». Ma non vuole andare oltre: «Non posso preannunciare adesso cosa sarà deciso ma ci vuole un approccio nuovo con l'utilizzo di nuove tecnologie. Non è solo una questione di uomini in campo. Proprio nel momento in cui sembra si stia vivendo un'emergenza colossale, dobbiamo combattere contro la criminalità e contro l'esagerata percezione di essa. Se diciamo che la criminalità è endemica e invincibile abbiamo fatto loro un assist. Questa idea di invincibilità non è vera».
Di più non anticipa il titolare del Viminale ma tiene a dare una risposta, a rovesciare quell'immagine che i poliziotti e anche Napoli siano stati lasciati soli. «Ho letto Il Mattino oggi (ieri ndr) e mi colpisce che si possa pensare che siamo lontani dalla città. Non è così. Come i poliziotti: non sono abbandonati. E lo dimostreremo».
Ci sarà, si intravede nelle sue parole, una risposta durissima dopo il tragico ferimento del poliziotto Nicola Barbato. Ma la prima cosa è acciuffare chi era l'altra sera a Fuorigrotta, chi ha sparato a bruciapelo contro la pattuglia in servizio in abiti civili scambiando i due agenti per camorristi. Non bastano certo le manette al complice. «Un fatto gravissimo, questo crimine non sarà impunito - incalza -: prenderemo chi ha sparato contro il nostro poliziotto e sconterà dal primo all'ultimo giorno di pena». E tutti sono parte di questa gigantesca caccia all'uomo: «Tutte le forze dell'ordine sono mobilitate per la sue cattura». Ma prima del comitato al Viminale, il ministro Alfano andrà al Loreto mare per far visita al poliziotto ferito le cui condizioni rimangono tuttora gravi. Per far sentire la vicinanza dello Stato. Figuriamoci se possa arrivare qualche provvedimento disciplinare contro i poliziotti che sui social network hanno fatto circolare l'immagine di chi ha sparato al poliziotto: «Ora l'unica azione è prenderli, metterli dentro e fargli scontare tutta la pena». «È l'unica azione da fare - ripete -. E la rabbia degli agenti è anche la mia e di tutte le persone perbene. Perché hanno colpito un uomo che ha impresso la nostra bandiera sul cuore, quello sparo contro il poliziotto è contro la nostra bandiera e contro lo Stato».
Ma solo il lavoro di polizia non basta per Raffaele Cantone, il magistrato ora a capo dell'Anticorruzione che invoca «la reattività della società civile».
«L'arrivo dei 50 poliziotti in più - dice riferendosi all'invio del mini contingente dopo l'omicidio del 17enne alla Sanità - è cosa buona ma non è quello il problema, la situazione delle forze di polizia è tutto sommato buona, conoscono bene il territorio, sono reattive nell'individuare autori dei reati, come dimostra la vicenda del tentativo di omicidio del poliziotto a Fuorigrotta. Ma a questa attività di polizia e magistratura non c'è un risposta della società civile e quindi la criminalità arretra per i colpi dello Stato ma poi si ricompone». Dietro, secondo Cantone, un cambiamento epocale nella nuova sociologia della camorra: «La novità della nuova ondata di violenza da parte della camorra a Napoli è che i ragazzini sono oggi subito ai vertici dei clan. Si tratta di ragazzini poco noti e questo è sintomo di grande capacità di ricambio delle organizzazioni criminali che subito trovano nuovi soggetti quando vengono smantellate». Perché alle spalle rimane uno scenario disastrato: «A Napoli, soprattutto nei quartieri popolari, c'è un'altissima disoccupazione che però non crea tensioni, perché il welfare criminale spesso sostituisce pezzi di istituzioni. Non dico questo in una logica polemica o per parlare male di Napoli ma - conclude con amarezza Cantone - guardo la realtà». la tragica realtà.
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