Attacco terroristico a Copenaghen un morto al convegno sull'Islam

Attacco terroristico a Copenaghen un morto al convegno sull'Islam
Domenica 15 Febbraio 2015, 04:01
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Francesca Pierantozzi
Impossibile non pensarci: i vetri crivellati colpi, l'impatto dei proiettili, rotondi, sfumati, proprio come sulle finestre della redazione di Charlie Hebdo 37 giorni fa. E' successo di nuovo, in un quartiere a nord di Copenaghen, in un piccolo centro culturale, Krudttonoden. Dentro si stava svolgendo un dibattito su «arte, libertà di espressione e diritto di blasfemia». E nella notte la paura si ripete: si torna a sparare e questa volta alla sinagoga della capitale danese.
Nel centro culturale l'ambasciatore francese in Danimarca, François Zimeray stava terminando il suo discorso prima di lasciare la parola al disegnatore svedese Lars Vilks davanti a un pubblico di una quarantina di persone, quasi tutti giornalisti, membri di associazioni.
C'è anche una delle fondatrici delle Femen, Inna Shevshenko. Alle porte, tre poliziotti: le due guardie del corpo di Vilks, su cui pesa la stessa fatwa che ha ucciso Charb, il direttore di Charlie, e poi un terzo agente di rinforzo, indispensabile ormai quando si parla di libertà di espressione, di caricature.
Questa volta, però, il terrorista non è riuscito a entrare. Ha cominciato a sparare da fuori, raffiche di mitra contro il portoncino e i vetri del centro culturale, al piano terra di un edificio anonimo. I poliziotti hanno risposto al fuoco, lui ha continuato, cinquanta, cento, forse duecento proiettili. Lasciando dietro di sé un morto. Non Vilks, non l'ambasciatore, ma un uomo di 40 anni, probabilmente un passante che nemmeno sapeva che dietro quel portoncino era in corso un dibattito in omaggio a Charlie Hebdo.
Un dibattito organizzato in un giorno speciale, come aveva scritto poco prima Vilks sul suo blog: 25 anni fa, il 14 febbraio 1989, veniva lanciata la fatwa contro Salman Rushdie.
Mentre l'uomo spara - in principio la polizia dirà che c'è un complice, ma poi correggerà - Vilks viene portato via dalla direttrice del centro Helle Merete Brix. Insieme trovano rifugio nella cella frigorifera della mensa del centro culturale.
«Sono rimasta con Vilks, gli tenevo la mano - ha raccontato la donna - lui era molto calmo, cercava di fare delle battute. I poliziotti sono stati eccezionali». I tre agenti sono rimasti feriti, ma tutti in modo leggero. Il terrorista è fuggito su una Polo nera ritrovata poco dopo, vicino a una stazione. La polizia ha diffuso un'immagine ripresa da una video camera su un parcheggio poco lontano: è un ragazzo sui 25 anni, molto alto, un metro e 85, di tipo arabo «ma con la pelle piuttosto chiara».
E' vestito di nero, sembra indossare un passamontagna rosso. L'ambasciatore francese, che è riuscito a ripararsi sotto un tavolo durante l'attacco, ha raccontato via twitter in tempo reale, che «vogliono fare la stessa cosa che a Charlie, soltanto che questa volta non sono riusciti a entrare».
«Siamo riusciti a scappar via dalla sala mente ancora sparavano - racconta ancora in diretta François Zimeray - ma non siamo usciti, i terroristi non sono stati presi, potrebbero essere ancora nel quartiere».
Ieri sera la caccia era ancora in corso. I servizi d'informazione danesi, Pet, hanno parlato di «un attacco pianificato, anche se gli obiettivi non sono ancora chiaramente definiti».
«Ritengo che l'obiettivo dell'attacco fosse Lars Vilks» ha affermato invece Helle Merete Brix, una degli organizzatori del convegno. «Ho sentito qualcuno sparare con armi automatiche e altri gridare - ha raccontato Niels Ivar Larsen, uno degli speaker dell'evento - La polizia ha risposto al fuoco e mi sono nascosto dietro al bar, tutto sembrava surreale, come se fossimo in un film». Al momento non è giunta alcuna rivendicazione della sparatoria ma il servizio di sicurezza nazionale danese ha indicato che si è trattato probabilmente di un «attacco terroristico».
Ieri molti agenti erano soprattutto appostati per evitare che il terrorista ed eventuali complici potessero passare in Svezia via mare. «La Danimarca è colpita da un atto di violenza cinica - ha detto la premier Helle Thorning-Schmidt - Tutto porta a pensare che l'attacco sia un attentato politico e dunque un'azione terrorista».
Immediata la reazione dalla Francia. Il presidente Hollande ha subito espresso la sua solidarietà, come pure, via twitter, il premier Valls. Il ministro dell'interno Cazeneuve è oggi a Copenaghen, mentre il ministro degli Esteri Laurent Fabius, che conosce bene e da lungo tempo l'ambasciatore Zimeray, ha «condannato con la massima fermezza l'attentato».
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