Renzi punta a un patto con Mosca per superare l'embargo

Renzi punta a un patto con Mosca per superare l'embargo
Sabato 21 Novembre 2015, 13:13
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Antalya. «Questo è il momento della determinazione, ma anche della saggezza e del buonsenso. Con equilibrio, e senza isteria o sottovalutazione, insieme ai leader europei l'Italia unita e compatta sconfiggerà il terrorismo». Matteo Renzi, in una pausa dei lavori del G20, incontra i giornalisti. Lo fa per confermare che l'Italia non parteciperà direttamente agli attacchi contro l'Isis in Siria e in Iraq. Al contrario di Barack Obama che ormai parla apertamente di «guerra» al califfato islamico, il premier italiano annuncia di voler proseguire sulla strada della prudenza. Non a caso Renzi parla di «saggezza», «buonsenso», «equilibrio» e mette al bando «l'isteria». Come quella del leader leghista Matteo Salvini o di altri esponenti della destra che invocano un coinvolgimento diretto nel conflitto contro l'Isis. Poi, lontano dalle telecamere, Renzi aggiunge: «Certo il cuore va a Parigi, ma per il resto bisogna usare la testa e non ragionare con la pancia. Serve una visione e una strategia complessiva».
Dal resort di lusso affacciato sul mare turco dove si celebra un G20 segnato indelebilmente dalla strage di Parigi, il premier lancia anche un nuovo appello a tutti i partiti. Chiede una sorta di tregua: «Bisogna mettere da parte i toni che non servono, non c'è bisogno di divisioni ma di unità». E aggiunge: «L'Italia è un grande Paese che negli anni Sessanta e Ottanta ha sconfitto il terrorismo interno e le stragi di mafia e sicuramente ha la forza per affrontare senza sottovalutazioni anche questo grande tema» del terrorismo jihadista, «che ci porteremo dietro nei prossimi mesi e forse anni. Ma servono unità e compattezza».
Difficile credere che Salvini & C. accoglieranno l'appello. Ciò però che sta più a cuore a Renzi, adesso, è frenare i pruriti di chi vorrebbe vedere i Tornado italiani bombardare in Siria e in Iraq o, addirittura, le nostre truppe impegnate in missioni sul campo. «Sono contrario ai bombardamenti last minute, alle azioni militari spot senza una strategia», non si stanca di ripetere il premier, «non si possono ripetere in Iraq e in Siria gli errori commessi in Libia».
Piuttosto Renzi, che teme rappresaglie in occasione del Giubileo, pensa a rafforzare le misure di sicurezza. E a raddoppiare il lavoro della nostra intelligence. «Ma niente bombe dei nostri Tornado», ripete. Anche se il debutto al vertice di oggi pomeriggio, nel nuovo format "Quint", con Barack Obama, l'inglese David Cameron, la tedesca Angela Merkel e il francese Laurent Fabius in rappresentanza di Francois Holland rimasto a Parigi, svela che Renzi si è stancato di stare alla finestra. Il suo protagonismo, come del resto quello tedesco, è rivolto però alla diplomazia, non alle azioni militari dirette. Obiettivo: coinvolgere sempre più Vladimir Putin (oggi è previsto un bilaterale) nella soluzione della guerra civile in Siria a fianco della coalizione occidentale. Magari in cambio di un allentamento delle sanzioni per l'Ucraina.
a.gen.
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