Elezioni, Letta chiama i governatori: «Un nuovo piano per il Sud»

Elezioni, Letta chiama i governatori: «Un nuovo piano per il Sud»
di Adolfo Pappalardo
Domenica 11 Settembre 2022, 10:45 - Ultimo agg. 17:43
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Il Pd che supera, almeno per ora, i dissapori interni per firmare un «Manifesto per il Sud». Una fotografia inedita, stamattina a Taranto, se sullo stesso palco si accomodano il segretario nazionale democrat Enrico Letta e due governatori che spesso hanno attaccato a muso duro il loro stesso partito: Michele Emiliano e Vincenzo De Luca. E se il primo è il padrone di casa, il secondo si sobbarca senza problemi la trasferta per l'occasione facendo intendere che qualcosa, all'interno del Pd sia cambiato. E si è deciso, senza andare in ordine sparso, di dare una scossa dal Mezzogiorno per evitare una trazione nordista al Paese se dovesse uscire dal voto, questo è il loro timore, un esecutivo di centrodestra. E in più lanciare un pacchetto di proposte. In particolare, sarà questo l'annuncio, 900mila assunzioni nella Pubblica amministrazione da qui al 2029 per colmare le carenze di organico negli enti pubblici. Specie quelli sul «Il partito è più che mai unito oltre le correnti: non è assistenzialismo o ribellismo, ma saranno proposte di buon governo con un uso intelligente e strategico dell'Europa», dicono dal Nazareno che hanno voluto Taranto perché «emblema dei fallimenti del passato ma anche della rinascita sotto il segno della sostenibilità. E non a caso c'è stata una vittoria schiacciante del centrosinistra a giugno». Tutti gli ingredienti, quindi, per puntare sul capoluogo scosso dai veleni dell'ex acciaieria Ilva.

Giusto partire, quindi da qui, superare incomprensioni e ruggini familiari e proporre un pacchetto di proposte che spinga lontano i venti di centrodestra e i loro propositi di autonomia differenziata spinta.

D'altronde Enrico Letta è stato chiaro sul Mezzogiorno: «Basta mettere la testa sotto la sabbia: o riparte il Sud o si ferma tutta l'Italia».

A cominciare dal grande piano di assunzioni per la pubblica amministrazione su cui, da mesi, insistono proprio i governatori di Puglia e Campania. E se qualcuno potrebbe puntare a bollarla come una misura elettorale dal sapore statalista, il segretario dem ribatterà come «uno Stato che funziona è risparmio e modernità. E centinaia di migliaia di ragazzi bravi e preparati hanno opportunità di essere protagonisti della ricostruzione con il Pnrr».

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Musica per le orecchie di Emiliano e, soprattutto, per De Luca che, da mesi, chiedeva pubblicamente un impegno chiaro del suo partito non solo per il Mezzogiorno ma su un grande piano di assunzioni. Così il secondo, in genere allergico alle iniziative del Pd, ha accettato volentieri di esserci ed essere tra i protagonisti. Dando anche una mano, anche questo molto inusuale, al suo partito in questa difficile campagna elettorale. Prima a Taranto al teatro Orfeo con i candidati pugliesi, poi nel pomeriggio in Basilicata con il campano Enzo Amendola. Ma d'altronde, questo è il risvolto sul versante politica interna dem, da qualche settimana i rapporti tra Campania e Puglia e i vertici nazionali del Nazareno si sono riusciti a incanalare su binari sinora impensabili. E se Letta ed Emiliano hanno stabilito un canale di discussione basato, sì su differenze di vedute, ma sulla franchezza, con De Luca è il figlio Piero, molto apprezzato dal Nazareno per il suo lavoro parlamentare, ad aver saputo svolgere un ruolo di mediazione. Senza contare lo scenario delle politiche dove il Pd e il centrosinistra sono in rincorsa del centrodestra e i grillini rimangono, specie al Sud, un partito tutt'altro che in declino.

Più che maggiori fondi, il Pd oggi metterà nero su bianco la proposta di politiche che agiscano da moltiplicatore keynesiano sul Mezzogiorno. «Noi chiediamo un cambio di paradigma radicale nelle politiche pubbliche per il Mezzogiorno e anche nella percezione della questione presso le classi dirigenti nazionali. Noi rifiutiamo ogni scorciatoia meramente assistenzialista e ogni pulsione ribellista», scrivono gli estensori della Carta di Taranto rivendicando «la credibilità per parlare di Mezzogiorno e governare il Paese». Da qui la proposta di 7 linee di azione per Pa, sanità e scuola, transizione ecologica, lavoro e imprese, sicurezza e insularità. In particolare puntando su 900mila nuovi posti di lavoro per i giovani e rilanciando incentivi di fiscalità di vantaggio per le aziende del Sud.

«Per colmare le riduzioni di organico registrate dal 2008, le carenze e l'anzianità del personale pesanti soprattutto nel Sud e nelle Isole proponiamo che entro il 2024 si assumano, con procedure trasparenti, 300mila dipendenti nelle amministrazioni centrali e negli enti territoriali, e che successivamente fino al 2029 si proceda con l'immissione di almeno 120mila nuovi dipendenti all'anno, per un totale di 900mila nuove assunzioni». Perché secondo il Pd «oggi i costi derivanti dal cattivo funzionamento della macchina pubblica superano abbondantemente i costi di un piano di assunzioni non più rimandabile».
 

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