Lo scorso Sanremo fu un’apoteosi (non unanime) per Chiara Ferragni. Al festival, il suo monologo in favore di un femminismo moderno e orgoglioso, il suo discorso contro il sessismo e lo slogan «Pensati libera» sono diventati immediatamente iper-pop, «sono andati virali» come dicono i giovani e insomma hanno davvero spaccato. E ora? Se domani o nei prossimi giorni Chiara, con o senza Fedez, si presentasse all’Ariston, partirebbero probabilmente i fischi. Un rivolgimento della fortuna di Chiara troppo impietoso, nel giro di un anno. Ma così è. Dopo il pandoro-gate, dopo la scivolata Balocco, un effetto a catena sta colpendo l’influencer per antonomasia e una a una la stanno mollando molte delle aziende con cui aveva contratti pubblicitari. Adesso Chiara - per fermare la deriva - ha deciso di passare all’offensiva non solo comunicativa ma pure legale. Anche perché il suo impero da oltre 30 milioni l’anno di fatturato si sta pericolosamente sbriciolando sotto i colpi continui che bersagliano quella che era una leadership reputazionale: ovvero tutti volevano Chiara per promuovere il proprio marchio, perché la sua immagine non era soltanto estetica e commerciale, ma comprendeva anche valori - la solidarietà, l’assistenza - di tipo etico-morali. Messa in dubbio la missione umanitaria sul pandoro, partite le inchieste della magistratura per truffa aggravata, Chiara l’eroina della nazione - di cui Meloni ad Atreju non parlò bene - s’è trasformata agli occhi dei più, e magari con un cattivismo eccessivo, nella reietta. Di fatto, ieri, Ferragni ha reagito all’ultimo abbandono, quello dei quaderni, delle matite e delle Cartiere Paolo Pigna di cui Chiara è stata finora l’icona, e lo ha fatto così anche per avvertire le altre aziende che vorrebbero eventualmente scaricarla: «Da parte di Pigna c’è un comportamento strumentale». E ancora la società Fenice, cioè Chiara: «L’illegittimità della decisione unilaterale di Pigna è stata aggravata dalla scelta di comunicare al pubblico, prima ancora che a Fenice, la cessazione della partnership. Ci riserviamo di agire nelle sedi più opportune nei confronti dei soggetti che abbiano messo in atto comportamenti in violazione dei contratti di collaborazione». Traduzione: da ora in poi, partono causa contro chi, senza averne le motivazioni, scarica Chiara.
LE CARTE BOLLATE
Si tratta di una mossa difensiva, che racconta di una difficoltà estrema.